Tre domande a Pietro Calderara per capire che ne sarà della società di gestione infrastrutturale e dei suoi clienti, dopo l’acquisizione.
A Pietro Calderara, responsabile italiano di Landesk, abbiamo rivolto tre semplici domande per chiarire il senso dell’acquisizione da oltre 400 milioni di dollari, operata lo scorso fine settimana da Avocent, e che pare vada a creare un polo di aggregazione di competenze e tecnologie per la gestione delle infrastrutture.
Avocent si é fatta conoscere prevalentemente per le soluzioni di Kvm.
Landesk é una presenza storica della gestione reti e infrastrutture.
L’accordo può voler dire portare il Kvm laddove finora non ha sfondato?
«Avocent e LanDesk offrono soluzioni diversificate sia per la gestione
dell’infrastruttura distribuita che per la gestione del datacenter. Entrambe
hanno aree di chiara leadership: Landesk nel settore distribuito, Avocent
nel datacenter e la connettività. Vi sono quindi due aree dove le società potranno trovare, fin da subito, grandi vantaggi. In primis, offrendo ai rispettivi portafogli clienti, i prodotti dell’altra società. Non vi sono aree di sovrapposizione tra le due famiglie di prodotti, ma anzi assoluta complementarietà. In seconda battuta, offrendo al mercato una famiglia di prodotti che copre al meglio sia le esigenze di gestione del datacenter che quelle di gestire desktop, portatili, palmari collegati in reti distribuite. La proposta, insomma, è di offrire una soluzione di gestione It unica e
centralizzata, una copertura per piattaforme eterogenee, una gestione
in-band e out-of-band dei sistemi».
La società che nascerà sarà più votata alle grandi imprese o alle Pmi?
«Continueremo ad operare come una business unit indipendente di Avocent. Non vi saranno cambiamenti nei mercati di riferimento».
Che ne sarà della base installata italiana di Landesk?
«Landesk rimane una business unit indipendente quindi i nostri clienti
potranno contare sulla continuità della struttura di supporto e di sviluppo
prodotto. Questo accordo porterà inoltre diversi vantaggi, tra cui quello di
accelerare l’esecuzione delle strategie di business che abbiamo perseguito
fino ad ora, e quello di far parte di un gruppo con solide basi finanziarie,
quotato in borsa e con ottime prospettive di crescita.
E anche a livello di canale non sono previsti cambiamenti nella struttura.»