Wi-fi per gli enti pubblici. La rivoluzione dei “piccoli”

In attesa che il Wimax diventi realtà l’esperienza di un operatore emiliano che, a braccetto con il distributore, realizza collegamenti wireless E che auspica (ma non è l’unico) la creazione di un albo dei servizi in ambito Wi-fi

Sposa l’esigenza di un ente pubblico di collegare fra loro due o più sedi remote. Mettici una tecnologia, quella Wi-fi, e una normativa (il Dpr 447/01 del 5 ottobre del 2001), che regolamenta l’attraversamento su suolo pubblico… et voilà, il wireless business è servito. Con una chicca in più, se è possibile, «perché non è più il grande carrier di Tlc che realizza una rete di dimensioni enormi, ma sono i piccoli operatori dell’Ict a fornire un servizio con le medesime funzionalità. A costi più bassi, però». A spiegarcelo, in questo Faccia a faccia con il business incentrato sulle tecnologie Wi-fi, Wimax e Hiperlan e sulle nuove opportunità di business per il canale, è Marco Galli, amministratore di Aitec.

L’integratore di Vignola, in provincia di Modena, già nell’estate del 2002 ha realizzato una rete wireless a copertura di un territorio di circa 150 km2, che raggruppa i Comuni di Vignola (sede di riferimento), Spilamberto, Savignano, Castelvetro e Marano.
«Nella pratica – spiega Galli -, il progetto completato all’inizio del 2003, ha permesso ai nostri clienti, che per l’occasione si sono costituiti in un’unione territoriale di comuni, di lavorare fra loro come se si trovassero sotto lo stesso tetto. Il tutto tramite tecnologia Wi-fi che, grazie all’utilizzo di frequenze nominali e a una velocità di trasmissione dei dati pari a 11 Mb/s, permette di collegare in rete più sedi senza che sia necessario utilizzare un collegamento su linea dedicata costosissima e a una velocità estremamente più bassa» .

E se quella di Aitec, nel mercato del wireless, può essere considerata un’entrata lungimirante («nel 2002 – conferma Galli – non c’era ancora nessuno che sapeva far funzionare questi dispositivi o si prendeva la briga di metterci del suo» ), l’apporto del distributore è stato fondamentale. «Ha rischiato insieme a noi» afferma il legale rappresentante di Aitec riferendosi a Elettronica Sillaro: «Lo abbiamo conosciuto quasi per caso nel ’99 ed è divenuto fin da subito il fornitore di riferimento per i dispositivi Wi-fi a marchio Micronet» .Competenze di questo tipo, però, non s’improvvisano. Come ci conferma Mario Bertoncini, responsabile del brand taiwanese all’interno del distributore di Castel S.Pietro Terme (Bo): «Siamo in possesso dell’autorizzazione di classe costruttori (legge 190/91) rilasciata dal ministero delle Comunicazioni per l’installazione, l’allacciamento, il collaudo e la manutenzione di impianti di Tlc. Questo vuol dire che siamo in grado di appoggiare, come già facciamo, il rivenditore nell’installazione di impianti Wi-fi» .

«Con ciò – lo incalza Milena Gherardi, responsabile marketing di Elettronica Sillaro -, chi lavora con noi ha la tranquillità che tutti i prodotti commercializzati sono notificati e autorizzati dal ministero. Perché non tutto può essere venduto e installato» . Ma, come al solito, non sono in molti a rispettare le regole. «Per quella che è la nostra esperienza – conferma la Gherardi -, oltre a una scarsa conoscenza della normativa, notiamo anche poca sensibilità da parte degli operatori. Sul mercato ce ne sono davvero molti che rispondono ai requisiti e alle capacità richieste e che, anche privi di autorizzazione ministeriale, eseguono installazioni di tipo Wi-fi» . E qui a essere additata è la mancanza di controlli ministeriali.

Un aiuto a capire, in questo senso, ci arriva da Gaetano Montingelli, direttore generale di Assotel, associazione nata nel 1996 e che al suo interno raggruppa installatori con autorizzazione ministeriale, costruttori, importatori, rivenditori e aziende di servizi. Il giudizio di Montingelli è chiaro, quanto lapidario: «In ambito wireless – spiega – se per l’installazione occorre ricorrere esclusivamente ad aziende in possesso dell’autorizzazione ministeriale di primo grado, per la parte dei servizi non è ancora così. A oggi, infatti, per essere considerato un Wireless Internet service provider basta avviare una Dia, ossia una dichiarazione di inizio attività. A mio avviso, invece, la creazione anche in questo caso di un albo che faccia da riferimento per tutto il mercato e che preveda una pre-iscrizione risulterebbe alquanto utile per permettere a quelle società che hanno personale e mezzi, ma che ancora non sono Wisp, di accedere a bandi pubblici e quant’altro» .

Non è del tutto d’accordo con lui Marco Andrea Borsetti, regional sales manager del produttore israeliano Alvarion, per il quale: «La tecnologia si muove molto più velocemente delle normative. Fino a tre anni fa, le telecomunicazioni in wireless su banda collettiva erano per pochi addetti ai lavori, tuttalpiù limitate all’interno degli edifici. Ecco perché mi sento di adottare una posizione critica nei confronti di albi che rischiano solo di “ingessare” le cose. Al contrario, ritengo estremamente importante tutto ciò che è in grado di certificare la qualità e la professionalità degli individui.

A tale scopo, sarebbe utile mettere in piedi un meccanismo che, nonostante la velocità che sottende alle innovazioni, riesca a raccontare, per esempio, che le persone di Elettronica Sillaro rappresentano una ditta qualificata, perché quello che hanno è un elemento di qualità che va riconosciuto» . «Peccato, però – interviene Galli -, che sono sempre di più i clienti che richiedono certificazioni sia per la partecipazione a bandi pubblici, sia per accedere a gare con affidamento diretto» .

Per Renato Allodi, presidente di Assomax: «Chi è in linea con le normative, mediamente, dura sul mercato un lasso di tempo maggiore rispetto a chi s’improvvisa. E nonostante io condivida in parte il pensiero secondo cui in Italia a funzionare è il passaparola sulla bontà o meno di un operatore, in un mercato in crisi come il nostro, a contare è il prezzo dell’offerta».

Non c’è solo la strada del Wi-fi da percorrere
Ciò detto, allo stato attuale delle cose, in Italia, chi ha investito per accedere a determinate autorizzazioni opera in un regime di concorrenza “viziata”, dove a emergere dovrebbe essere non solo la professionalità, ma anche il rispetto del business del cliente. «Anche perché – ricorda Galli – sono proprio loro ad affidarci un compito delicatissimo: quello di portare fuori i loro dati che, via collegamento radio, devono poter viaggiare in piena sicurezza» .

Altra cosa è il discorso sul Wimax «sul quale – parola di Borsetti – ci sono troppe aspettative e, soprattutto, non bisogna dimenticarsi che nasce come tecnologia prevalentemente destinata agli operatori di una certa dimensione» . Non è, insomma, “cosa” che i piccoli potranno approcciare in maniera autonoma «e questo significa che, almeno all’inizio, vedremo realtà di medie e grandi dimensioni operare a livello regionale e, magari, chiedere la partecipazione di piccole realtà per installare e veicolare servizi su Wimax» .

Che si tratti di due pianeti distinti è chiaro a tutti. «A oggi – continua Borsetti -, a meno che qualcuno cambi idea, tutto quello che passa sotto l’egida del Wimax potrebbe essere licenziato. Ciò significa che, molto probabilmente, ci sarà un numero finito di aziende che potranno acquisire concessioni per l’installazione di apparecchiature che operano tramite questa tecnologia» . Allo stato dell’arte, quello che accade a detta degli operatori sul mercato nazionale è che quasi il 90% delle installazioni su banda collettiva in esterno vengono realizzate in Hiperlan (High performance radio local area network), una tecnologia che, a differenza della frequenza a 2.4 GHz (fra quelle utilizzate dal Wi-fi), mette a disposizione per i collegamenti ben undici canali non sovrapposti. «Rispetto all’Hiperlan – spiega Borsetti – il Wi-fi sarà probabilmente destinato a essere sempre più confinato all’interno degli edifici».

Il che suscita l’interesse dell’installatore presente al nostro incontro, desideroso di capire le potenzialità dell’Hiperlan per collegare più utenti in una stessa area. «Quello che ci chiedono gli enti pubblici (che rispetto alle aziende private hanno molte sedi da collegare in poco spazio) sono proprio progetti di questo tipo – afferma Galli -. Sono, infatti, estremamente interessati a estendere la loro parte di rete» e nuove opportunità di business per installatori, Var e system integrator potrebbero proprio arrivare dalla necessità della Pa di tenere continuamente collegati i propri dati. «In questo modo, per esempio – continua il manager -, si renderebbe possibile l’eventuale rilevazione di contravvenzioni stradali, la lettura dei contatori, il controllo dei liquidi combustibili, il monitoraggio della temperatura di una risaia nel Pavese e quant’altro» . Attività che, a detta di tutti, diventeranno sempre più costose e difficili da gestire.

«Ecco allora l’importanza di dotarsi di infrastrutture per il controllo del territorio» conclude Borsetti. Lo stesso per il quale non ci sarà possibilità d’errore: «A mio parere, il mercato dei prossimi anni non sarà o Wi-fi o Hiperlan: in base al tipo di applicazione si potrà scegliere. Le indicazioni a oggi in nostro possesso ci dicono che, molto probabilmente, l’Hiperlan sarà “il trasporto”, intendendo con ciò la capacità di portare grosse quantità di dati da un punto all’altro a costi estremamente competitivi. Staremo a vedere» .

Quel che è certo, al momento, è che si tratta di tecnologie che hanno e stanno già dando una risposta concreta alle esigenze degli enti pubblici, per giunta indipendentemente dai vendor presenti sul mercato. «Senza dimenticare – conclude Galli – che proprio la parte wireless è quella a più alta marginalità, perché oltre ai dispositivi richiede competenze nell’installazione e nella configurazione dei prodotti» . E come spesso accade, se fai bene una cosa il cliente ti affida anche altro. «Il wireless in questo caso – conclude Galli – diventa un indotto: a tutti e cinque i Comuni serviti nel precedente progetto forniamo assistenza su oltre 500 pc e siamo diventati il loro referente principale per tutto ciò che riguarda l’It» .

Più business di così…

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome