Il responsabile New Media di Eurisko presenta la piramide della fiducia in rete e ricorda le tesi del Cluetrain Manifesto
La tesi del cambiamento del consumatore è stata rafforzata dall’intervento di
Edmondo Lucchi, responsabile del dipartimento New media Internet di Eurisko.
Lucchi ha fatto notare come le indagini rilevino una netta
crescita delle opinioni positive dei consumatori verso il mondo Internet. A
partire dalla crescita dell’infocommerce (i consumatori che si informano in rete
su siti aziendali e attraverso i consigli degli altri utenti prima dei loro
acquisti) aumenta la fiducia verso la rete, i suoi strumenti come il social
networking e in generale verso il parere degli altri utenti.
Secondo Lucchi la piramide della
fiducia
in Internet prevede una base formata da un 50% di utenti che sono al livello 0.0 con la mancanza di solidi punti di riferimento.
Il 33% è al livello 1.0 con la fiducia verso la marca, mentre il 17% è l’avanguardia della fiducia 2.0 ed è disposto a credere nella marca e negli altri utenti del Web.
Social networking, passaparola finalizzato agli acquisti
(che su Internet diventa word of mouth), capacità di dare fiducia e valorizzare
le marche, evoluzione delle competenze degli utenti sono tutti fenomeni
collegati, osserva il responsabile New media di Eurisko, che spingono nella
stessa direzione. E se da una parte Internet trasforma direttamente alcuni
mercati (musica e viaggi prima di tutti finanza e assicurazioni in parte e in
futuro giornali e televisione), la rete trasforma anche i cittadini-consumatori
che a loro volta trasformeranno i mercati.
Empowerment, long tail (la coda
lunga) e i mercati come conversazioni sono le tre idee sempre più di
attualità. Per empowerment Lucchi intende un consumatore sempre più forte
informato, critico, esigente, selettivo, competente, che arriva a produrre la
propria offerta (User generated content); quindi anche più consapevole delle
proprie capacità e più orgoglioso del proprio ruolo. Internet ha fatto crescere
una sorta di intelligenza collettiva e contemporaneamente un insieme di
transizioni convergenti è destinato a cambiare il volto dei mercati.
L’ambiente digitale accentua
infatti enormemente le dinamiche di democratizzazione della produzione
e della distribuzione, permette la connessione intelligente fra offerta e
domanda con il risultato di allargare notevolmente la varietà di prodotti e
servizi disponibili e raggiungibili nei canali online, e quindi con un maggior
valore delle scelte effettuabili dai consumatori. In questa situazione sono più
che mai attuali le tesi enunciate nel Cluetrain manifesto, uno dei testi più
importanti della new economy, che si apre con la famosa frase
”I mercati sono conversazioni”.
Sono fatti da esseri umani, non da segmenti demografici; esseri umani che grazie a Internet hanno fra loro delle conversazioni fino a poco tempo fa impossibili.
Da queste conversazioni nascono nuove forme di organizzazione sociale e “un nuovo scambio della conoscenza”.
Il risultato è che i mercati stanno diventando più intelligenti, più informati, più organizzati.
Non ci sono segreti. Il mercato online conosce i prodotti meglio delle aziende che li fanno.
E se una cosa è buona o cattiva, comunque lo dicono a tutti.
Se le aziende pensano che i loro mercati online siano gli stessi che guardavano le loro pubblicità in televisione, si stanno prendendo in giro da sole.
Le aziende che non capiscono che i loro mercati sono ormai una rete tra singoli individui, sempre più intelligenti e coinvolti, stanno perdendo la loro migliore occasione.
Le aziende possono ora comunicare direttamente con i loro mercati.
Se non lo capiscono, potrebbe essere la loro
ultima occasione.