Archiviata la causa intentata contro Google ed avente come perno centrale l’algoritmo di “Page Rank”.
Un giudice californiano ha archiviato la causa intentata contro Google ed
avente come perno centrale l’algoritmo di “Page Rank” attraverso il quale la
società di Mountain View stabilisce l’ordine con cui vengono proposti all’utente
i risultati di ciascuna ricerca.
Si tratta del secondo caso che fa
registrare una decisione di archiviazione.
Precedentemente, infatti, lo
stesso sito “KinderStart” aveva mosso accusa contro il colosso delle ricerche in
Rete osservando che il valore di “Page Rank” associato era stato, secondo i
legali dell’azienda, drasticamente ridotto – e senza un fondato motivo – da
parte di Google.
Il giudice archiviò il procedimento dando comunque
l’opportunità a KinderStart di riaprire eventualmente il caso.
Google si
è sempre difesa rimarcando come sia facoltà del motore di ricerca decidere i
criteri con cui debbono essere presentati i risultati delle varie
interrogazioni.
La tecnologia di page ranking, inoltre, dovrebbe essere
considerata come assimilabile ad una forma di libera ed autonoma espressione di
opinioni e, come tale, non può essere in alcun modo influenzata.
Il
“page rank” corrisponde ad una sorta di indice di merito che Google assegna ad
ogni pagina web. Il calcolo del page rank di basa su un complesso algoritmo: il
risultato è influenzato da un gran numero di variabili (uno dei principali
fattori che consentono di ottenere un page rank elevato consiste nella
popolarità delle proprie pagine web).
Da Kinderstart si lamentava, in
seguito alla riduzione del page rank, un calo di visite del 70%. Il giudice
Jeremy Fogel ha chiuso nuovamente la questione.
E’ comunque facoltà di
KinderStart riaprire nuovamente il caso nel mese di Luglio prossimo.