Ecco il kit diagnostico di Mercury per le Soa

L’integrazione della acquisita Systinet ha portato alla società un’offerta di soluzioni per il monitoring e il testing delle architetture orientate ai servizi 

Se in Italia si fa qualche fatica a scovare delle vere implementazioni Soa,
negli Stati Uniti si è già un passo avanti e ci si preoccupa dei
rischi collegati. L’analisi di tali problematiche è stata l’occasione
per Mercury di presentare la versione 2 della soluzione Systinet, acquisita
all’inizio del 2006, e di alcuni nuovi tool Mercury che si integrano con
Systinet 2, ma non solo. Si tratta di Mercury Service Test Management, modulo
integrato della suite Mercury Quality Center, di Mercury Service Test e Mercury
Business Availability Center. Tutti i prodotti sono stati realizzati per un
solo scopo: superare gli ostacoli legati all’implementazione e al funzionamento
di una Soa. «Il problema non è solo la complessità dell’architettura
– afferma Roman Stanek, fondatore di Systinet – ma anche l’impatto
che questi servizi hanno nelle dinamiche operative aziendali
».

E i rischi delle Soa non finiscono qui. «La cattiva governance dei
servizi implementati è il primo rischio
», prosegue Stanek,
dettagliando un elenco che, in generale, si può riassumere nella poca
visibilità da parte dell’azienda su ciò che è stato
implementato, sul perché e su quale risultato si volesse conseguire.
A ciò si aggiunge la forte eterogenità delle soluzioni Soa, composte
da tanti piccoli servizi da integrare. Dunque, difficile creare best practice.
Così, mentre ancora tanta cultura si deve fare per un corretto approccio
al problema, Mercury pensa già ai controlli qualità. Si parte
da Systinet 2, pensato per creare un sistema di governance che analizzi la situazione,
avvicini gli standard di compliance con le richieste dell’azienda e, infine,
sia in grado di monitorare l’ambiente Soa. A Systinet 2 si affiancano
i nuovi tool di Mercury per il testing dei servizi implementati. Il Business
Availability Service, infine, ha il compito di controllare il corretto funzionamento
dei servizi e le loro interconnessioni.

Come accennato, i casi di successo americani superano di gran lunga in numero
quelli italiani. In opera vi sono una realizzazione per la Regione Marche e
un progetto ancora in corso per un fornitore di telefonia. «La gestione
delle problematiche legate a una implementazione Soa
– conclude Stanek
è una grande opportunità per i partner di consulenza, e
non solo per i globali ma anche per piccole società di servizi
».
Quelle che il manager chiama “le piccole boutique” in Italia rispondono
al nome di Etnoteam, Gfi OiS, Neptuny, Sintec Services, Tecnologie.net e Txt
e-solutions. E, se una implementazione Soa, a spanne, può durare fino
a un anno, non può essere anche questo un ostacolo alla sua diffusione?
Stanek è lapidario: «I tempi sono simili a quelli di una qualsiasi
soluzione complessa, come un Erp
».

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