Uno standard per scambiare le virtual machine

Vmware è promotrice insieme ad altri di una specifica per l’interoperabilità tra le piattaforme di astrazione.

San Francisco, California


C’è uno standard all’orizzonte della virtualizzazione. La Distributed Management Task Force (Dtmf) ha, infatti, accettato la bozza di una specifica sottopostagli da un gruppo che racchiude alcuni dei maggiori nomi del mercato. L’idea è di riuscire a garantire la portabilità delle macchine virtuali. Le virtual machine create in questo nuovo formato, battezzato Ovf (Open Virtual Machine Format), potranno quindi essere installate su qualsiasi piattaforma di astrazione che lo supporta, migliorando l’interoperabilità delle infrastrutture di astrazione.

Ecco perché Vmware si è fatta promotrice, assieme a Dell, Hp, Ibm, Microsoft e XenSource (acquisita lo scorso agosto da Citrix), della proposta al Dtmf che, per parte sua, si è impegnata a lavorare sulle iniziative di supporto alla specifica. Ovf sfrutta i tool attualmente in commercio per riuscire a far lavorare insieme due o più macchine virtuali, utilizzando un involucro software basato su Xml (eXtensible markup language).

«Questo – ha precisato Raghu Raghuram, vice president product and solutions marketing di Vmware -, permette di attribuire alla piattaforma di astrazione un pacchetto, contenente tutti i parametri di configurazione e installazione, sufficiente ad assicurare che qualsiasi tecnologia conforme alla specifica sia implementata correttamente. Oltre a garantire la portabilità,l’integrità e la facile configurazione ai formati degli hard disk virtuali attuali, Ovf è sufficientemente flessibile da riuscire a supportare lo sviluppo, in futuro, di nuovi formati».

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