È il credo di Vmware, che rafforza il concetto con la presentazione di Virtual Desktop Manager.
San Francisco, California
Vmware ha presentato ieri la sua soluzione omnicomprensiva per la virtualizzazione degli ambienti desktop. Virtual Desktop Manager 2.0 si basa sull’infrastruttura Vdi (Virtual Desktop Infrastructure) della casa californiana e sfrutta il sistema operativo Virtual-Os, ottimizzato proprio per le attività di condivisione e astrazione delle risorse.
Per ora si tratta di una soluzione in beta 2, la cui disponibilità è prevista per la fine dell’anno, che consente di collegarsi ai desktop centralizzati attraverso un qualsiasi client remoto dotato di browser Web. La connessione avviene in sicurezza, in quanto è prevista l’applicazione di apposite policy di autenticazione.
«La nostra idea è di riuscire a far girare una macchina virtuale all’interno di qualsiasi pc, senza che sia richiesta alcuna modifica – esordisce Jerry Chen, senior director Enterprise Desktop di Vmware -. E stiamo lavorando per rendere sempre più semplice questa opzione. La virtual machine negli ambienti desktop offre, infatti, dei vantaggi indiscutibili. Anzitutto, è isolata rispetto al sistema operativo che la ospita, a garanzia di una maggior protezione della macchina. Inoltre, il partizionamento del desktop consente di creare ambienti distinti per funzionalità e applicazioni diverse, che potranno quindi essere sfruttate al meglio. Inoltre, la macchina virtuale può essere facilmente rimossa da un desktop e utilizzata su un altro, senza che siano necessarie conoscenze tecniche eccedenti quelle di un utente medio».
La società, quindi, ha deciso di sferrare un attacco serio al mercato dell’astrazione dei pc basata sui server, forte anche delle stime sullo sviluppo futuro di questo tipo di richieste. Idc, infatti, ipotizza che il mercato della virtualizzazione desktop, che oggi muove a livello mondiale un giro d’affari di poco meno di 200 milioni di dollari, arriverà a generare fatturato per oltre 2 miliardi nel 2011. Ma la società californiana non si trova da sola “sul campo”.
Oltre a Citrix, che di recente ha completato la propria offerta grazie all’acquisizione dello specialista di astrazione open source XenSource, c’è anche l’impegno di Microsoft, che intende sottoporre a profonda revisione, già entro il prossimo anno, la sua tecnologia Virtual Pc.