é in arrivo una nuova specifica per i metadati. Ratificata in questi giorni dall’Object Management Group (Omg) la nuova specifica si chiama Common Warehouse MetaModel (Cwm). Lo standard Common Warehouse MetaModel, sponsorizzato da società …
é in arrivo una nuova specifica per i metadati. Ratificata in questi
giorni dall’Object Management Group (Omg) la nuova specifica si
chiama Common Warehouse MetaModel (Cwm). Lo standard Common Warehouse
MetaModel, sponsorizzato da società quali Oracle, Ibm, Unisys e Ncr
permette la distribuzione dei metadati o l’informazione che li
descrive, senza tener conto della sorgente di provenienza.
Tradizionalmente, infatti, i metadati di vendor differenti non
possono interoperare tra loro. Secondo un portavoce responsabile di
Oracle, ogni componente di una soluzione di data warehousing ha molte
forme di rappresentazione di metadati e il problema risiede nel modo
diverso e inconsistente degli strumenti, di rappresentare
l’informazione.
Il Cwm, getta proprio un ponte fra i metadati dei diversi costruttori
rendendo, essenzialmente, i metadati "neutrali". Comunque, anche se
lo standard è già stato ratificato, occorrerà qualche tempo prima che
possa essere integrato nei prodotti dei costruttori. Per questo c’è
chi, come Oracle, sta già lavorando alla realizzazione di prodotti.
La società di Redwood Shores sta, infatti, pianificando il lancio di
nuovi strumenti di data warehouse per quest’autunno, proprio basati
sul Common Warehouse MetaModel. La suite di tool, denominata One
Meaning Metadata, permetterà agli utenti finali di identificare
l’origine dei dati recuperati. Gli strumenti della suite offriranno
anche attività di reporting e analisi d’impatto per identificare gli
effetti potenziali dei cambiamenti, nelle regole di business che può
avere un data warehouse.
Ma non tutti sono d’accordo sul nuovo standard. Infatti, il lavoro
dell’Omg sugli standard per il data warehouse, come quello della
rivale Meta Data Coalition (appoggiato da Microsoft), è partito prima
dell’arrivo dell’Xml e, secondo un analista del Meta Group, gli
standard come il Cwm sono ora già "vecchi". Inoltre, sempre secondo
l’analisi del Meta Group, il Cwm ha un diverso impatto a lungo
termine sullo sviluppo degli strumenti di data warehouse e il ritardo
della domanda dei clienti per i tool di gestione del database
significa che Cwm potrebbe fallire in vista dell’adozione
nell’industria, assai diffusa, degli standard quali Xml. Oracle,
comunque, non è d’accordo con quest’analisi e lo sottolinea
attraverso le parole del vice presidente del data warehouse program
office che afferma che "l’Xml è un semplice set di specifiche
ritagliate su necessità precise". In poche parole occorrerebbe
qualcosa di più sofisticato, proprio come il Cwm. Naturalmente, il
nuovo standard dell’Omg non è appoggiato da Microsoft, che aderisce
allo standard rivale Open Information Management (Oim), che potrebbe
accrescere potenzialmente la propria presenza poiché supportato da
una lista di Independent Software Vendor specialisti in business
intelligence e strumenti di dati. Oracle, forte del proprio 80 per
cento (con Ibm) del mercato del data warehouse e della business
intelligence, afferma che il successo di Oim non è così scontato,
proprio perché Microsoft stessa non è un major player nel data
warehouse o nel settore dei tool per business intelligence. La
disputa è aperta e tutto è rimandato alle prime applicazioni.