Il test di sette smartphone

Da quello più simile ad un telefonino tradizionale ai modelli ideali per scrivere e ricevere email, oltre che telefonare in VoIP.

Ottobre 2007 Nel panorama degli smartphone le tendenze tecnologiche
rimangono quelle che hanno accompagnato la recente evoluzione dei modelli presentati
sul mercato: connettività sempre più facile e stabile, design
sempre più curato e, per i modelli Windows, adozione praticamente generalizzata
del nuovo Windows Mobile 6.
Nonostante spesso le funzioni di base supportate siano quasi sempre le stesse
su tutti i modelli, permane una evidente dicotomia fra i terminali specializzati
nella messaggistica mail e SMS, perché dotati di tastiera completa, e
quelli più ancorati al modello classico di telefono cellulare, con la
sola tastiera numerica (attraverso cui è comunque possibile immettere
testi, seppure in modo un po’ laborioso, ricorrendo al multitap o al T9).
Se l’uso previsto è marcatamente rivolto alla gestione di mail
e messaggi gli “olimpionici” del T9 potranno trovarsi a loro agio
anche con questa soluzione, ma a tutti gli altri consigliamo senza riserve i
modelli con tastiera completa, più larghi di circa un centimetro ma molto
più pratici.

Gli schermi sono generalmente in orientamento orizzontale (landscape) sui modelli
per messaggistica: una disposizione che ben si coniuga con l’esigenza
di spazio orizzontale per ospitare la tastiera completa. Gli altri modelli hanno
uno schermo orientato in verticale e una risoluzione di solito inferiore.
Il touch screen da usare con lo stilo tende a perdere quota per la sua scarsa
praticità d’uso con una mano sola, almeno sugli smart­phone,
ragion per cui tutte le funzioni si richiamano attraverso tasti frontali o laterali.
Diventa quindi importante scegliere un modello con un sistema di controllo efficace.
Questo prevede sempre, oltre ai tasti di accesso rapido come quelli per richiamare
il menu di sistema e per invio/fine chiamata e all’eventuale tastiera,
un controller a quattro vie, che nel caso particolare del BlackBerry adotta
la particolare formula della trackball: una piccola pallina, pratica da azionare
con il pollice, con cui è molto comodo scorrere elenchi di messaggi o
le voci di un menu.

Quasi tutti i modelli prevedono due tasti laterali per la regolazione del volume
e spesso anche un tasto dedicato all’azionamento della fotocamera. Almeno
una fotocamera è ormai presente su tutti i modelli, ma le sue prestazioni
possono differire in modo notevole per quanto riguarda luminosità, autofocus,
presenza del flash LED, risoluzione, tempo di attivazione, tempo di salvataggio
delle immagini riprese, facilità d’uso del software di controllo.
I modelli EDGE dispongono invariabilmente della sola telecamera principale,
mentre quelli UMTS, che possono supportare la videochiamata, nella maggior parte
dei casi sono dotati anche della telecamera secondaria rivolta verso l’utente.

Ormai generalizzata la presenza del Bluetooth (sempre più spesso in
versione 2.0 con maggiore velocità di collegamento e supporto per audio
stereo) e quasi estinta la scomoda porta a infrarossi. Il WiFi è utile
per applicazioni come VoIP, per collegarsi alla rete aziendale quando si è
in sede o per navigare ad alta velocità risparmiando sui costi di connessione.
Ne sono privi il modello BlackBerry provato, decisamente orientato a una connettività
stabile basata sulla sola rete cellulare, e gli smartphone LG KS10 e Motorola
Q9h.
La presa per il cavo di ricarica/sincronizzazione è sempre più
spesso di tipo miniUSB: un’ottima scelta, che può permettere fra
l’altro di ricaricare il terminale anche quando non si ha con sé
l’alimentatore, semplicemente collegandosi a un PC usando un cavetto standard.
I connettori di ricarica/sincronizzazione proprietari hanno il difetto di obbligare
ad utilizzare e acquistare cavetteria e caricabatterie originali, oltretutto
più difficili da reperire rispetto a quelli generici. Inoltre qualche
volta incorporano la funzione di connettore per auricolare, obbligando a utilizzare
l’auricolare specifico o l’eventuale cavetto adattatore fornito.

Sistemi operativi per smartphone
I sistemi operativi degli smartphone (OS) possono essere di cinque tipi fondamentali:
Windows Mobile, Symbian, PalmOS, BlackBerry o altro OS proprietario. I primi
tre garantiscono l’accesso alla scelta più ampia di applicazioni
software commerciali e gratuite, dal serio al ludico, con diverse soluzioni
per la navigazione satellitare, software per VoIP e così via. BlackBerry
è versato sulla messaggistica, pur consentendo l’installazione
di software di terze parti (sono reperibili soprattutto applicazioni professionali),
mentre gli altri OS proprietari sono essenzialmente dei sistemi “chiusi”.
Delle novità di Windows Mobile 6 rispetto a WM5 abbiamo già avuto
modo di parlare sullo scorso numero. Si tratta, in estrema sintesi, della introduzione
del supporto Push Mail come prestazione standard (su WM5 era disponibile solo
come estensione opzionale OEM a WM5 preinstallata da alcuni produttori), di
significativi miglioramenti funzionali ad alcune applicazioni come Agenda e
Outlook, della disponibilità di Office (almeno con funzioni di viewer)
su tutte le edizioni del sistema operativo, della semplificazione di alcune
procedure frequenti mediante wizard migliorati. Non una rivoluzione ma un gradito
e utile aggiornamento.

Nel mondo Symbian la situazione è più articolata. Innanzitutto
va detto che esiste una distinzione fra il sistema operativo Symbian vero e
proprio e l’interfaccia grafica. Dal primo dipendono i servizi di base
(connettività, gestione applicazioni, gestione memoria,..) e la stabilità
generale del dispositivo. Dalla seconda dipendono l’aspetto di icone,
menu e comandi, il modo d’impiego e in senso lato la facilità d’uso
dello smartphone. Qui si differenziano per esempio Sony-Ericsson, che in recenti
modelli usa l’interfaccia UIQ, e Nokia, LG e altri, che usano l’interfaccia
Serie 60. OS e interfaccia grafica hanno ognuno un proprio schema di versioni,
il che rende un poco complesso specificare esattamente quale software di base
gira a bordo di uno smartphone. Per esempio, il nuovissimo Nokia E90 adotta
la GUI Serie 60 3rd Edition Feature Pack 1 che viene fatta girare su sistema
operativo “Symbian 9.2”.

Il VoIP sugli Smartphone
I vantaggi economici del VoIP (chiamate gratuite fra due utenti VoIP o chiamate
più o meno scontate fra utente VoIP e utente di rete fissa o mobile)
sono ottenibili anche con i dispositivi mobili, purché collegati alla
rete a larga banda.
E qui sta il vero problema. In un ufficio il collegamento dei PC a Internet
è quasi sempre stabile e generalmente avviene con una tariffa flat, pertanto
il costo dell’accesso alla rete è di fatto un costo fisso che non
si può imputare all’uso di Skype o di un altro client VoIP. Potendo
considerare gratuito l’accesso a Internet, quindi, il VoIP da PC fissi
da ufficio raggiunge la massima convenienza teorica e non è un’esagerazione
sostenere che, in queste condizioni, le chiamate VoIP-to-VoIP sono rigorosamente
gratuite.

Il discorso cambia quando si tenta di usare VoIP da un palmare o smartphone.
Se si utilizza la rete cellulare per accedere a Internet, l’operazione
ha un costo tutt’altro che trascurabile, e se lo si fa proprio per poter
telefonare, il costo deve essere imputato al VoIP e deve quindi entrare nel
calcolo per determinarne la reale convenienza. Se si spendono 2 euro per collegarsi
a Internet per i 15 minuti di una chiamata VoIP “gratuita”, il costo
reale di quella chiamata sarà di 2 euro. Quanto sarebbe costata la stessa
chiamata se fosse stata effettuata direttamente con la rete cellulare?
E anche se si usa un hot spot WiFi pubblico a pagamento il discorso non cambia
di molto.

La conclusione è che il VoIP da dispositivo mobile è conveniente
soprattutto per chiamate molto costose (per esempio intercontinentali), tali
per cui il risparmio possa compensare il costo dell’accesso alla rete,
e quando ci si trova in condizioni analoghe a quelle di un PC fisso da ufficio,
ossia quando non si paga per l’accesso a Internet. Questo avviene, per
esempio, quando ci si trova in azienda, sotto copertura di un hot spot collegato
alla rete aziendale e che attraverso questa dà accesso a Internet usando
la connessione flat condivisa: in questo senso il telefono VoIP può funzionare
come una sorta di DECT dipartimentale – seppure più complesso e
costoso e con maggiori difficoltà per ottenere una copertura completa.

Il VoIP da smartphone risulta anche conveniente quando ci si trova sotto copertura
di un hot spot gratuito (questo beneficio è però solitamente concesso
in luoghi il cui accesso può costare ben più di un data plan…)

Al problema economico si aggiunga l’aspetto tecnico. Per un buon funzionamento
del software VoIP, senza interruzioni dell’audio, senza voce metallica,
e così via, serve una connessione veloce e stabile. In parole povere,
se WiFi non è disponibile e si deve ricorrere all’accesso dati
via rete cellulare, non basta GPRS: serve come minimo EDGE; meglio ancora, UMTS
o HSDPA. La copertura di questi servizi, però, anche per i gestori che
li offrono non è universale sul territorio, e il segnale può essere
“ballerino”, tanto da costringere il terminale a degradare occasionalmente
il link a semplice GPRS. In questa situazione l’uso del software VoIP
può diventare difficoltoso e insoddisfacente. Quanto al WiFi, il suo
uso aumenta il consumo elettrico riducendo l’autonomia operativa dello
smartphone.
Da ultimo si consideri che, sebbene l’uso di un client VoIP sia abbastanza
simile all’invio di una normale chiamata voce, la sua configurazione non
è certo semplice come l’atto di accendere un telefono.

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