Secondo la rilevazione trimestrale Unioncamere i settori del tessile e dell’abbigliamento pagano anche l’eccessiva rivalutazione dell’euro
Il caro-euro e l’indebolimento della congiuntura internazionale producono in Toscana vistosi segnali di rallentamento per alcuni settori tipici del made in Italy, come il tessile e l’abbigliamento.
Lo segnala la rilevazione sullo stato del comparto manifatturiero nel terzo trimestre 2007, curata da Unioncamere e Confindustria Toscana: nonostante la produzione complessiva mostri infatti ancora segno positivo (+1,2%), il dato risulta però molto inferiore rispetto ai livelli record toccati appena tre mesi prima ( +4,5%). Registrano decelerazioni significative anche i numeri su fatturato (+2,8% contro +4,6%), ordinativi interni (+1,4% rispetto a +3,2%) ed esteri (da +1,9% a +0,5%). La perdita di slancio del ciclo congiunturale è nitida anche nei tracciati del grado di utilizzo degli impianti che dal 79% registrato nel trimestre aprile-giugno, scivola con il 74,5% sotto la soglia media del 2006 (75,9%).
La crisi del tessile e dell’abbigliamento
Nonostante il rallentamento generale, alcuni particolari settori riescono a mantenere un tasso di crescita significativo: fra questi, il meccanico (+5,2% la produzione, +7,6% il fatturato), ma anche l’elettronica e i mezzi di trasporto. Altri comparti procedono invece meno spediti rispetto al secondo trimestre 2007: fra questi, la produzione e fabbricazione di oggetti in metallo (+1,6% la produzione e +2,6% il fatturato), il legno mobilio (rispettivamente +0,3% e +1,3%), la chimica, farmaceutica, gomma e plastica (+0,3%, +1,4%) e i prodotti non metalliferi (+0,5%, +1,4%). Il segno “meno” è invece evidente nella produzione dei “campioni” del Made in Italy, vecchi e nuovi: tessile e abbigliamento (-1,6%), pelli, cuoio e calzature (-0,7%) e alimentare(-0,3%).
Positivi fatturato e ordinativi, aumentano i prezzi
Nonostante il rallentamento del passo di marcia, il fatturato e gli ordinativi interni chiudono il trimestre segnando ancora discreti progressi, rispettivamente del +2,8% e del +1,4%, più o meno come un anno prima (rispettivamente, +2,1% e +1,3%). Più marcato il cambio di passo della domanda estera: l’ago del barometro degli ordini dai mercati internazionali, che nel secondo trimestre segnava ancora una crescita pari a +1,9%, scende rapidamente a +0,5%. Si riscaldano, infine, i listini delle imprese manifatturiere toscane che segnano +2,5% rispetto allo stesso periodo del 2006. Il dato, secondo Unioncamere e Confindustria Toscana, risulta comunque inferiore rispetto ai rialzi registrati dai costi delle materie prime: +4,8% per il comparto alimentare, +3,3% per i prodotti non metalliferi e +2,7% per la chimica, farmaceutica, gomma e plastica.
Le piccole imprese pagano pegno
Nel periodo luglio-settembre (come nei tre trimestri precedenti) il gruppo più dinamico è stato quello delle imprese di grandi dimensioni (250 e più addetti): +6,2% la produzione e +8,7% il fatturato rispetto allo stesso periodo del 2006. Anche in questo segmento la dinamica degli ordini interni (che scendono a +3,6%) e, soprattutto, di quelli esteri (-1,1%), segnala lo stato di difficoltà. Discreti gli indicatori anche per le medie aziende (50-249 addetti) con un +1,6% per la produzione ed un +4,3% per il fatturato. Già in evidente affanno, invece, le imprese di minori dimensioni (10-49 addetti) con un -0,3% per la produzione e un +0,8% per il fatturato.
Le previsioni per il quarto trimestre 2007
In ogni modo, secondo un sondaggio Unioncamere, le aspettative degli operatori regionali non sono eccessivamente influenzate dalla caduta di giri del motore congiunturale. Il 25% degli imprenditori intervistati, infatti, prevede ancora un aumento della produzione nell’ultimo trimestre del 2007 : era il 31% nel corrispondente periodo del 2006. Inoltre, il saldo tra ottimisti e pessimisti pende a favore dei primi per +11 punti percentuali (contro il saldo +16 registrato per i tre mesi conclusivi dello scorso anno).