Don Tapscott ha spiegato il senso del Web 2.0 all’Innovation Forum 2008.
«Il paese ha enormi possibilità, ma il paese c’è?» si chiede un provocatorio Giacomo Vaciago, nell’aprire la sessione plenaria del secondo giorno dell’Innovation Forum 2008 (organizzato da Idc), di cui l’economista è il presidente. «Il fatto è che le aziende italiane vincono in tutto il mondo ma hanno bisogno di un Sistema Paese che le sostenga che oggi non c’è», ribadisce Vaciago per poi passare la parola ai relatori della giornata che vede come tema centrale il Web 2.0.
Tra questi, Don Tapscott, Ceo di New Paradigm e co-autore di Wikinomics, bestseller tradotto in venti lingue, che allude a Wikipedia, l’enciclopedia online diventata la metafora di un nuovo modo di concepire l’economia e il business.
Tapscott ha lanciato numerosi spunti di riflessione, tutti tesi a confermare come il Web 2.0 abbia avviato il mondo della collaborazione.
Prima con il .com c’era l’accesso al pc, ora con il Web 2.0 ci sono sempre più oggetti di ogni specie collegati alla rete, dalle porte d’albergo che si aprono con la card al sistema di irrigazione in giardino.
Con Internet si è creata una piattaforma unica che deve spingere le società ad abbracciare il nuovo Web e l’economia a creare strutture come la banda larga, affinché sia dotata di tutti i servizi disponibili. Tutto questo ha fatto nascere una nuova generazione di giovani che vedono le tecnologie allo stesso livello dell’aria che respirano. Passano sempre più tempo in rete e meno davanti alla Tv, in realtà fanno molte cose contemporaneamente e utilizzano l’informazione e la compongono come vogliono. L’innovazione sta cambiando tutte le istituzioni e i genitori sono scavalcati dai figli.
La rivoluzione sociale porta a una communty nuova e la collaborazione dà il via a reti di aziende. Il talento non si trova più confinato all’interno di un’azienda ma si può trovarlo fuori, attivando il nuovo sistema di collaborazioni creato dalla Rete.
Tutto questo, secondo Tapscott porta all’identificazione di 7 business model: peer pioneers, ideagoras, prosumer, the new alexandrians (riferito alla biblioteca alessandrina), open platforms, the global plant floor e the wiki workplace, citando per ogni modello esempi esplicativi di società che li hanno utilizzati per innovare il proprio business.
Concludendo, le nuove sfide sono piuttosto quelle di individuare i leader in grado di portare avanti l’innovazione nelle aziende.