Le previsioni per l’anno in corso indicano difficoltà per le imprese anche a causa di Basilea 2
Mai come quest’anno, probabilmente, è stato difficile fare delle previsioni. Giancarlo Capitani, con tutte le cautele del caso, però non si sottrae partendo dall’andamento dell’economia. Secondo la Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica presentata qualche giorno fa dal Tesoro il Pil dovrebbe crescere dello 0,6% (ma la previsione è fatta con il petrolio a cento dollari).
Per le imprese rimane poi il problema fondamentale della produttività scesa dell’1,4% negli ultimi sette anni. “In Italia – osserva – si lavora di più rispetto ad altri Paesi europei ma con una produttività inferiore perché ci sono meno tecnologie”. Difficile però sperare in grandi crescite anche perché l’osservatorio di Netconsulting ha già registrato da luglio una maggiore prudenza di famiglie e imprese.
Così per il 2008 Assinform ipotizza un aumento dell’1,6% dell’It e del 2,1 per le tlc per un totale di 65.643 milioni di euro contro i 64.390 di quest’anno.
Questi dati sono frutto di un quadro dove si pensa a una maggiore difficoltà di accesso al credito per le famiglie, ma anche a una contrazione degli investimenti da parte delle imprese che dovranno fare i conti anche con Basilea 2.
Le recenti operazioni di fusione fra le banche porteranno probabilmente a una riduzione degli investimenti di questo settore che è fondamentale per l’It. D’altra parte le tlc dovrebbero giovarsi di una ripresa degli investimenti per la rete di nuova generazione e dell’arrivo di nuovi servizi.
Poche speranze, invece, si nutre nei riguardi del Wimax che nel 2008 non dovrebbe pordurre granché dal punto di vista degli investimenti e dei fatturati. “Si tratta di investimenti contenuti da parte di operatori di piccole dimensioni che punteranno a coprire le zone di digital divide”, aggiunge Riccardo Zanchi di Netconsulting.
Infine il capitolo Industria 2015. Confindustria e Assinform a più riprese hanno ribadito la speranza che il nuovo governo, qualunque sia il colore, prosegua il programma avviato da Bersani. Uno stop, o addirittura la soppressione, farebbe perdere altro tempo e farebbe mancare gli investimenti da parte delle aziende.