Corel, ancora licenziamenti

Alle prese con le gravi difficoltà legate al brusco calo dei fatturati e alle dimissioni del suo fondatore, la canadese Corel ha deciso di chiudere la sua filiale irlandese, nell’ambito di un piano di ristrutturazione che prevede 40 milioni di d …

Alle prese con le gravi difficoltà legate al brusco calo dei
fatturati e alle dimissioni del suo fondatore, la canadese Corel ha
deciso di chiudere la sua filiale irlandese, nell’ambito di un piano
di ristrutturazione che prevede 40 milioni di dollari di tagli alle
spese. I 139 dipendenti degli uffici Corel di Dublino verranno
rispediti a casa entro la fine di novembre, una misura che consentirà
a Corel di risparmiare dai 4 ai 5 milioni di dollari. Unici
superstiti saranno la ventina di addetti incaricata del supporto
tecnico internazionale.
Non è detto che tutte le 140 persone perderanno il posto. Alcune di
loro potrebbero essere spostate nel quartier generale di Ottawa, che
tornerà a occuparsi della localizzazione in altre lingue del software
Corel (un lavoro finora svolto in Irlanda). Ma non è stato definito
il numero di queste riassunzioni. Corel lascia intendere che la
manovra di ristrutturazione – che equivale a tagli per 18 milioni di
dollari sui salari, di 12 sulla pubblicità e di altri 10 tra costi di
vendita e spese amministrative – ha investito ogni singola divisione
dell’azienda. Due mesi orsono Corel, affidata al Ceo a interim Derek
Burney, aveva annunciato il licenziamento di 320 persone, un quinto
della sua forza lavoro. Dopo la nuova ondata di dismissioni, il
personale si sarà ridotto dalle 1.400 persone di un anno fa alle
attuali 1.000. Conosciuta e apprezzata per la sua linea di prodotti
grafici CorelDraw e la più recente acquisizione di WordPerfect, Corel
è stretta da un lato dal ciclo di invecchiamento di questi due
prodotti, dall’altro dal faticoso andamento delle nuove applicazioni
per Linux. La crisi l’ha già costretta a rinunciare all’annunciata
acquisizione di Inprise/Borland, decisamente fuori dalla sua portata.

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