Un
design molto ricercato ha da sempre caratterizzato la linea Digital IxuS della Canon:
le forme squadrate dei primi modelli sono state sostituite da linee sempre più
arrotondate, guadagnando sul piano estetico, ma non sempre su quello dell’ergonomia.
La superficie perfettamente liscia del frontale della Digital IxuS 960 IS, con
una leggera incavatura proprio in corrispondenza della zona in cui si vanno a
posizionare le dita della mano destra, non contribuisce a garantire una presa
particolarmente sicura.
Inoltre,
i comandi presenti sulla parte posteriore della fotocamera occupano praticamente
tutto lo spazio a disposizione e ad assicurare un minimo di tenuta c’è solo il
selettore per le modalità di ripresa, dotato di una sporgenza sulla quale si va
ad appoggiare il pollice. Nel complesso, se si vuole evitare che la fotocamera possa
cadere scivolando dalla mano, l’uso della cinghietta da polso è caldamente
consigliato (come del resto è anche evidenziato nel manuale). Il corpo realizzato
in titanio – materiale più resistente dell’acciaio, ma più leggero – garantisce
comunque una robustezza superiore a quella tipica delle compatte, senza influire
più di tanto sul peso.
Trattamento
di qualità
La Digital IxuS 960 IS
segue a pochi mesi di distanza la 950 IS, esteticamente simile e dotata di un
sensore da “soli” 8 Megapixel contro i 12 della 960 IS il cui sensore ha una
diagonale di 1/1,7”, una dimensione quindi superiore a quella media dei CCD
utilizzati dalle fotocamere compatte. La sensibilità può essere spinta fino a 3.200
ISO, ma già impostando un valore di 800 ISO la granulosità delle immagini è
piuttosto evidente, anche se l’assenza di colorazioni spurie la rende
abbastanza gradevole. Il merito di questi risultati va al processore DIGIC di
terza generazione che si occupa sia del trattamento delle immagini sia della
gestione del sistema autofocus con sensore a 9 punti e tecnologia di
riconoscimento automatico dei volti.
L’obiettivo
è uno zoom con escursione ottica 3,7x e stabilizzatore integrato. La lunghezza
focale minima è equivalente a quella di un obiettivo da 36 mm per le fotocamere a
pellicola, vale a dire un moderato grandangolare. Nonostante ciò, la distorsione
a barilotto è abbastanza pronunciata e scompare soltanto regolando lo zoom alle
focali più lunghe. Praticamente assente invece l’aberrazione cromatica: l’impiego
di lenti asferiche realizzate in vetro ad alto indice di rifrazione si fa
sentire.
La
fotocamera mette a disposizione tre diverse modalità di ripresa principali. Con
quella totalmente automatica si ha la possibilità di scegliere soltanto il
formato delle immagini e il grado di compressione, oltre alle funzioni off erte
dal selettore a doppio bilanciere che è del tipo a sfioramento: quando vi si
appoggia un dito, sul display vengono visualizzate le funzioni a disposizione
(regolazione della sensibilità, macro, autoscatto e attivazione del flash). A
proposito del flash, va segnalato che con l’obiettivo regolato alla posizione più
grandangolare, la copertura è insufficiente a garantire un’illuminazione
uniforme dell’intera inquadratura e gli angoli risultano sensibilmente più
scuri del centro dell’immagine. Manca poi la modalità flash per la riduzione
dell’effetto occhi rossi, poiché questa funzione è gestita dal processore, che
è in grado di individuare automaticamente la presenza di tale effetto
apportando le correzioni necessarie alle fotografi e già scattate.
Per
i più esigenti
Con
la modalità manuale si ha invece un maggior spazio di manovra e, oltre a poter correggere
l’esposizione o impostare il valore più appropriato per il bilanciamento del
bianco, è possibile intervenire sulla riproduzione dei colori, sul contrasto e
sulla nitidezza delle immagini. Prevista anche la possibilità di impostare
direttamente il tempo di scatto, funzione per accessibile dopo aver selezionato
l’opzione di correzione dell’esposizione, quindi non proprio a portata di mano.
Inoltre, è possibile impostare valori specifici della sensibilità e forzare l’utilizzo
del flash, funzioni che non sono disponibili in modalità completamente
automatica. La realizzazione di immagini panoramiche a partire da due o più
fotografie è possibile in questa modalità: sul display viene visualizzata, in
sovraimpressione all’inquadratura attuale, l’immagine scattata in precedenza, facilitando
così l’allineamento. Il software necessario per unire le immagini, PhotoStitch
3.2, è contenuto nel CDROM fornito a corredo, insieme a Image Browser 6.0,
programma funzionalmente simile a iPhoto.
La Digital Ixus 960 IS
mette poi a disposizione una decina di modalità specifiche per diverse
situazioni di ripresa, più che sufficienti per consentire anche ai meno esperti
di ottenere buoni risultati. Con una di queste si può spingere la sensibilità fino
a 3.200 ISO, valore che permette di realizzare fotografie senza flash anche in
condizioni di luce molto scarsa.
Quasi
una videocamera
Abbastanza
interessanti sono anche le funzioni a disposizione per la ripresa di filmati con
audio. Il formato massimo delle immagini è di 1.024 x 768 pixel, con una
cadenza però limitata a 15 fps; con immagini da 640 x 480 pixel o inferiori si arriva
invece a 30 fps, valore che garantisce una migliore fluidità delle riprese. La massima
durata è limitata dalla dimensione del file associato che non può superare i 4
GB. La fotocamera mette anche a disposizione la modalità di scatto intervallato
(time-lapse) che permette di registrare un’immagine ogni uno o due secondi. Il
filmato AVI che così si ottiene, compresso in Motion JPEG, sarà notevolmente accelerato:
un’ora di riprese con uno scatto al secondo produce un filmato della durata di
due minuti, l’ideale per riprendere il movimento delle nuvole o lo sbocciare di
un fiore.
Immagini e filmati sono registrati su schede di memoria di
tipo SD, SDHC, MMC e MMCplus, formato quest’ultimo della scheda da soli 32 MB
fornita a corredo della fotocamera, la cui capacità è appena sufficiente a
registrare cinque immagini alla massima risoluzione. Tra gli accessori dedicati
alla Digital Ixus 960 IS, Canon propone anche una custodia subacquea che
permette di scattare fotografie fino a 40 metri di profondità e per questo particolare
tipo di impiego è prevista anche una modalità di scatto specifica.