L’occasione è stata la presentazione del Terzo rapporto sull’Italia Connessa, realizzato da Telecom Italia con un progetto pratico in collaborazione con quattro grandi regioni italiane, con obiettivo l’agenda digitale regionale.
Rete, certo, con tanto di switch-off per i servizi digitali; ma anche altra innovazione, come startup e fablab sono oggi elementi in ballo per l’immediato futuro.
“Finalmente si parla al presente e non al futuro”, ha esordito Marco Patuano, Ad Telecom Italia, per bene esemplificare la sterzata del sistema Italia; “Nonostante si parli di 2020 bisogna pensare al 2030 ed oltre”, ha continuato, spiegando che non si tratta di 30 Mb, ma dai 100 Mb in su: “poco rame, tanta fibra: oggi rame e fibra parlano a 300, anche 500 Mb”.
“In assenza di un piano nazionale sono state le Regioni a fare la Rete”: è questo il punto di Roberto Moriondo, Comitato di indirizzo dell’Agid; “con la collaborazione tra le quattro regioni e Telecom viene superata l’atavica differenza tra pubblico e privato”.
In Italia, la copertura Telecom a fine 2014 è il 75% per Lte, il 27% per la fibra. E proprio la fibra esplode l’uso della banda: “noi pensavamo ad utenti da 400Mb/mese, ora un milione di utenti Lte usa 1,3 Gb”, comunica l’Ad Telecom.
In questa situazione di rapporto tra rame, fibra e mobile, le regole sono essenziali: se il Governo vuole avvicinare la fibra al cliente, le regole e modalità tra politica e regole vanno prefissate con attenzione.
Chi si ferma è perduto
“Con il termine Digital Life s’intende la somma di servizi di intrattenimento over the top non essenziali”, spiega Simone Battiferri, direttore Business di Telecom Italia. Sarebbero essenziali e-commerce ed e-government, che da noi non vanno per niente bene. La Pa italiana è tra le prime al mondo per numero di siti, ma siamo tra gli ultimi per il loro impiego. Tra i motivi principali troviamo certo la difficoltà di fruizione. Bisogna avvicinare domanda e offerta: forse l’identità digitale sarà la svolta. Forse servono soluzioni più drastiche: “si faccia lo switch-off e chi non ce la fa, pazienza”, ha detto Sergio Bettotti, Dg Provincia autonoma di Trento.
“Il terzo rapporto Italia Connessa porta ad 80 i kpi, gli indicatori digitali con target regione per regione”, ha annunciato Nicola Barone, Resp. progetti speciali di sviluppo Rete in Telecom Italia
La metodologia impiegata si articola su tre fasi: check-up digitale, gap analysis e roadmap. Non è sola carta, bensì un vero e proprio progetto esecutivo per il 2015, che allinea agenda digitale regionale ed obiettivi europei.
Italia Connessa è un piano operativo
“Questo è un programma di politica industriale”, ha sintetizzato Francois De Brabant, presidente Between, nell’introdurre la tavola rotonda dedicata a Regioni e Sviluppo digitale: “la stessa Telecom dice che da sola non ce la fa, basti pensare ai fondi europei”, ha aggiunto. Telecom ricorda la sua azione di forte ricerca tecnologica, esemplificata anche dai programmi attuati per far crescere le startup italiane, con una raccolta di 60 M$ in equity negli Usa. “Pensiamo anche a coworking, fablab, living lab da integrare sul territorio” è l’aggiunta di Stefano Bonaccini, Governatore Emilia Romagna in via d’insediamento.