In un momento di cambiamento imprevedibile e inarrestabile, sono cinque gli imperativi da considerare nell’era digitale per restare al passo e anticipare il mercato.
Li ha elencati il Ceo di Vmware, Pat Gelsinger, a conclusione del Vmworld Europe di Barcellona delineando le azioni che le aziende e i responsabili It devono necessariamente intraprendere per non soccombere.
In un mondo caratterizzato dall’asimmetria del business, ha spiegato Gelsinger, gli elefanti devono metaforicamente “imparare a danzare”. Quello in atto è, infatti, un momento ideale per un’azienda che vuole avviare le sue attività e sfidare lo status quo sostenuta dalla pervasività di una tecnologia mobile-cloud che consente accesso semplice e veloce a una rete globale di risorse online condivise, che comprendono talento, capitale e un marketplace di tre miliardi di persone connesse in tutto il mondo.
Diverso il discorso, invece, per le aziende più grandi e con un business ben definito, che ora sono chiamate a innovare come una startup sostenendo la delivery come un’azienda consolidata.
In questo scenario, anche il mercato del cloud sta cambiando profondamente e quello implementato in azienda fino a oggi, per Gelsinger, si può paragonare a un ponte costruito a metà, dove sono stati ideati due piloni che, come silos isolati, restano in buona parte scollegati e sconnessi.
Da un lato si ha la torre dell’on-premises private-cloud, in cui la governance è forte ma la delivery delle app è troppo lenta, spiega. Dall’altro, nella torre dell’off-premises public-cloud, la delivery delle app avviene in modo rapido ma la governance è debole. Questa situazione richiede l’avvento di un’era professionale del cloud, più connesso e compatibile, in cui le aziende distribuiscono le applicazioni ad ampio raggio e non restano ancorate alla logica dei silos. In questo contesto, l’hybrid cloud unificato, secondo il Ceo di Vmware, rappresenta il futuro dell’It e fornisce le basi per gli anni a venire.
Non senza un’architettura comune e onnipresente che consenta ai team It di allineare i controlli di sicurezza in modo da proteggere ciò che interessa maggiormente, ossia le persone, le applicazioni e i dati, integrando veramente la sicurezza nell’architettura.
Il tutto considerando che, l’ingresso nel livello della virtualizzazione cambia per sempre la natura della sicurezza informatica. Fornisce, infatti, per la prima volta uno strato per la traduzione indispensabile tra l’infrastruttura It e le applicazioni e i dati che su essa risiedono. Il “Rinascimento” nel campo della sicurezza è iniziato, afferma Gelsinger, proprio sfruttando la virtualizzazione come architettura fondamentale.
In tutto questo, nonostante le innovazioni straordinarie oggi alla portata di tutti, di fatto tutta la nostra tecnologia resta ancora “reattiva”, cioè siamo noi a dirle che cosa deve fare. In questo momento ci troviamo all’apice di un nuovo modello di tecnologia “proattiva”, nel quale il software è abbastanza intelligente da agire per nostro conto, gestendo i compiti quotidiani più banali fino alle procedure mediche salvavita eseguite da microscopici “milli-robot” che si spostano nel sangue delle persone. Questo futuro proattivo, secondo Pat Gelsinger, sarà costruito sull’automazione intelligente, dandoci la capacità di prevedere tutto, o quasi.
Infine, conclude il Chief executive officer di Vmware, il cambiamento guidato dalla tecnologia modellerà le aziende leader nel mondo, con ciò intendendo che, come conseguenza al cambiamento guidato dalla tecnologia, 4 aziende su 10, oggi leader di mercato, entro il 2015 andranno incontro a fusioni, a cambiamenti sostanziali o cesseranno del tutto di esistere.
In ambito tecnologico, per Gelsinger, questo processo sarà ancora più rapido, tanto che, tra dieci anni, metà delle aziende attualmente incluse nella Tech 100 list non esisterà più.
L’imperativo finale riguarda, quindi, la necessità per le aziende grandi e piccole di emergere per rimanere visibili: l’immobilità oggi è il rischio più grande.