Cresce, in Italia, la richiesta di physical security. Lo dicono i reati contro il patrimonio, che secondo i dati dell’ultimo rapporto Bes 2014 dell’Istat, hanno registrato un aumento a due digit, sia in ambito commerciale, sia residenziale.
Da qui la crescente richiesta, per gli installatori di impianti di videosorveglianza, da parte di istituti bancari, aziende, uffici postali, esercizi commerciali e abitazioni di questa tipologia di impianti che, se sulla carta contribuiscono a tutelare la sicurezza degli individui fungendo da deterrente stimolano, al contempo, una seria riflessione in tema di privacy.
Ma anche se la sicurezza fisica e la tutela della riservatezza sono spesso percepite come due facce della stessa medaglia, in realtà, se si osservano correttamente le disposizioni di legge previste dal Garante della Privacy, il perseguimento dell’una non esclude l’altra.
A sostenerlo è Emiliano Papadopoulos, Ceo di Allnet.Italia, distributore di Bologna che, focalizzato su soluzioni di networking e sicurezza, pone l’accento sull’evoluzione in atto per le figure dei sistemisti e installatori di impianti di videosorveglianza e sull’introduzione anche di percorsi di formazione per la certificazione di professionisti della Privacy specifici per la videosorveglianza.
«La novità più rilevante – spiega Papadopoulos – è rappresentata dalla Riforma del Lavoro 2015, il cui testo approvato dalla Camera mira ad aggiornare l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori sui controlli a distanza».
Ne deriva un ruolo sempre più di rilievo per le figure dell’installatore e del sistemista che, in ottemperanza alle normative vigenti, acquisiscono un ruolo di consulenti qualificati in un’era digitale dove, oltre all’Ip, la tendenza verso una maggiore mobilità non può più essere ignorata.
Accanto alla predominante tecnologia Internet anche per il controllo accessi e l’antintrusione, proprio l’ampia diffusione di smartphone e dispositivi digitali permette, sempre secondo Papadopoulos, di ampliare notevolmente le possibilità di integrazione degli impianti rendendone possibile il controllo da remoto.
Stimolata dalla crescente domanda di mercato e da un progresso tecnologico utile a rendere accessibili a un numero sempre maggiore di utenti dispositivi e strumenti di sicurezza, anche l’industria della building automation sta avendo come protagonista proprio la videosorveglianza.
Secondo i dati presentati dall’Anie Sicurezza, l’Associazione aderente ad Anie Confindustria, che ne raggruppa i principali operatori italiani, nel 2014 proprio questo settore ha prodotto un incremento su base annua prossimo al 10%, grazie sia alla capacità delle imprese di sviluppare soluzioni al passo con le nuove tecnologie, sia al bonus fiscale che ne consente, in ambito domestico, la detrazione del 50% della spesa nell’arco di dieci anni.
«Numerose – prosegue l’amministratore delegato di Allnet.Italia – saranno anche le opportunità da cogliere nel settore della videosorveglianza, soprattutto legate alla diffusione della tecnologia cloud che, oltre a permettere una comunicazione più intelligente tra i vari apparati del sistema, consentirà di risolvere brillantemente anche i problemi legati allo storage dei filmati, mentre con lo sviluppo dell’Internet of Things, gli impianti di videosorveglianza diventeranno dei potenti strumenti per la realizzazione di soluzioni di people counting e riconoscimenti volumetrici, calorimetrici e di movimento».
Non più, dunque, solo semplici telecamere e visori notturni, ma una complessa rete di sensori in grado di dialogare con la realtà circostante in modo sempre più preciso.