Quali sono i possibili sviluppi italiani del mercato degli Apr, ossia Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto, volgarmente detti droni? La giornata organizzata da Mediarke ospitata nell’Auditorium della Link Campus University di Roma ha consentito di rispondere a queste domande con eccellente dettaglio e in un quadro complessivo piuttosto ampio.
A metà settembre è entrata in vigore la nuova normativa italiana. Il testo di Enav ha reso molto più semplice l’impiego dei droni da meno di 300 grammi di peso e questo sta creando molto fermento. La moderna tecnologia, se ben sfruttata, permette di fare cose impensabili anche in quel limite di peso, ed ora è possibile pilotarli in un raggio di 500 metri per un’altezza di ben 150 metri (era 25).
Liberalizzazione e terrorismo – Il mercato professionale però mostra qualche problema in più. Dopo il picco d’inizio anno, infatti, si è assistito a un ridimensionamento nell’acquisizione di beni e servizi. Probabilmente la spiegazione si trova nella crescita della percentuale di forniture che passano da operatori affidabili e legalmente responsabile al mercato di basso livello, con operatori illegali e di breve durata.
Questo mercato è foraggiato dagli stessi acquirenti, che per scarsa formazione tecnica o legale fanno richieste impossibili da soddisfare. Inoltre spesso il cliente ritiene che l’acquisto del drone sia la parte più sostanziosa, immaginando che i servizi, anche nel tempo, siano sostanzialmente compresi nel prezzo iniziale.
Semplificazione – La semplificazione della normativa sarà utile se controlli e sanzioni funzioneranno. È evidente che le forze dell’ordine vadano formate ed abilitate all’azione immediata: tra le proposte c’è l’inserimento d’una targa elettronica leggibile a distanza per identificare immediatamente i vari responsabili, ivi registrati. In un periodo di forte ripresa del terrorismo internazionale, infatti, le esigenze liberali possono creare qualche problema in più. Un altro motivo del ridimensionamento del professionale è l’esplosione del segmento ludico, che spesso diminuisce l’interesse verso dispositivi più costosi e certificazioni più complesse. Durata e costo della certificazione per usi professionali restano elementi non quantificabili a priori, per cui l’interesse nel drone declina.
Supertecnologia aerea – Dal punto di vista tecnologico, questi aeromobili presentano una realtà assolutamente all’avanguardia. Video 4k, Slam per mappare l’ambiente e la precisione inferiore al millimetro a partire dai dati Gps, le periferiche a bordo sono veramente allo stato dell’arte. Per la capacità di trasmissione servirebbero delle porzioni di banda dedicate, perché in città le 2,4G e 5,8G in condominio con tutto il resto non bastano più, ma il prossimo tavolo internazionale sarà nel 2019 e la delegazione italiana del 2015 era composta di appena 7 membri contro un centinaio di altri Paesi.
La situazione industriale – L’Italia ha tutta la tecnologia per primeggiare in questo settore, come alcune aziende o raggruppamenti riescono già a fare. Ma c’è sempre l’attitudine italiana all’improvvisazione, l’avversità a fare sistema e a far crescere il mercato nazionale, se non spingersi in giro per l’Europa. Ma anche qui, nonostante le armonizzazioni internazionali, i concetti di sicuro e di privacy restano diversi da caso a caso.
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