Un’unica area di lavoro per consentire agli utenti finali l’accesso a desktop virtuali, applicazioni e servizi online.
L’ha scelta l’Università degli studi di Parma che, a seguito di un recente consolidamento dei diversi dipartimenti in un’unica struttura centrale, ha optato per un progetto di virtualizzazione dei server e, in seguito dei desktop, per far fronte a un ulteriore consolidamento tecnologico.
Tra i più antichi atenei italiani, con circa 25mila studenti iscritti, 77 ettari di area campus nella zona sud della città e oltre 2mila dipendenti, suddivisi anche tra la sede storica e l’ospedale, l’Università degli studi di Parma aveva la necessità di erogare in maniera completamente dematerializzata i test di autovalutazione dell’area scientifica.
Obiettivo: migliorare la gestione delle aule didattiche e dei laboratori scientifici optando per VMware Horizon, che consente di erogare le risorse grafiche richieste dalle applicazioni di tipo CAD direttamente dal server, segmentando le prestazioni delle schede grafiche ed erogandole alle stazioni di lavoro collegate.
Per il team di dodici persone dedicate ai sistemi informativi e coordinato da Fabrizio Russo, responsabile per le infrastrutture It dell’Ateneo di Parma, si è trattato di ridurre l’onerosità di configurazioni complesse e onerose da gestire tra una lezione e l’altra, anche all’interno di uno stesso laboratorio o aula, in base alle richieste di installazione di software da parte dei docenti.
Da qui, nel giugno 2014, la scelta di virtualizzare i desktop in collaborazione con Dedagroup, uno dei partner che collaborano con l’Università di Parma per le attività di integrazione dei sistemi e virtualizzazione, portando a termine, sei mesi più tardi, l’implementazione di 130 postazioni in tre aule laboratorio della Facoltà di Ingegneria e di Fisica.
Dopo la virtualizzazione delle normali postazioni desktop, così come delle stazioni grafiche ad alte prestazioni, l’intento è ora virtualizzare con VMware Horizon anche i dispositivi mobili personali degli studenti con la medesima logica di razionalizzazione e semplificazione delle configurazioni.
Dopo aver sostituito con nuovi thin client le macchine con più di cinque anni di attività alle spalle e riconfigurato le altre per funzionare in modalità virtuale, a ogni cambio di lezione è ora possibile modificare completamente la configurazione presentata agli utenti in modo semplice e veloce.
L’infrastruttura di virtualizzazione VMware gestisce, infatti, i pool di desktop partendo da un’immagine principale, che consente di effettuare lo switch tra diverse configurazioni in meno di 15 minuti, contro le due ore richieste in precedenza, pur mantenendo limitato il consumo di risorse di rete.
Oltre a spingersi nella direzione del Software defined storage, utilizzando come risorse di storage i medesimi dischi dei server che erogano la VDI, il team guidato da Russo ha erogato il test di autovalutazione in modalità dematerializzata rispettando stringenti requisiti di sicurezza, privacy e riservatezza dei dati.
Il percorso di innovazione intrapreso dall’Ateneo proseguirà con la virtualizzazione di oltre 700 stazioni di lavoro entro la prima metà del 2016 per estendere progressivamente la virtualizzazione alle postazioni del personale amministrativo, per poi aprire la capacità di gestione centralizzata anche ai dispositivi personali di studenti e docenti, con l’erogazione di un desktop virtuale in ottica BYOD.