Proseguiamo con questo articolo la pubblicazione di una serie di contributi dedicati alla App economy, ai suoi presupposti, ai suoi sviluppi e alle sue potenzialità. Buona lettura
Le Application Programming Interface, cioè le interfacce per la programmazione di applicazioni, sono nate quasi insieme all’informatica, anche se in origine non si chiamavano in questo modo. Nella maggior parte dei casi, all’epoca, venivano incorporate (embedded) all’interno di applicazioni, consentendo l’erogazione di servizi e dati specifici in modo controllato e standardizzato.
Da allora molte cose sono cambiate. L’informatica è diventata open e con le anche le interfacce di programmazione. In origine, infatti, le Api erano ristrette all’interno del data center aziendale, ma oggi non è più così. “Un esempio comune proveniente dal mondo consumer riguarda il posting di immagini su Instagram e la condivisione automatica su Twitter o Facebook”, spiega Maurizio Canton, Cto Tibco in Emea; “nel mondo business, di solito, le Api consentono di richiedere dei servizi, come dati da un database o da un sistema Crm, esposti e controllati in modo sicuro”.
Governance, cardine della mobilità
Un ambiente nel quale questo paradigma ha avuto la massima espansione è quello dei servizi in mobilità. Secondo un’indagine di Juniper, nel secondo trimestre del 2015 le vendite globali di smartphone avevano raggiunto i 338 milioni di unità. In questa corsa, molti si stanno focalizzando sulla gestione e sulla sicurezza dei dispositivi in sé, mentre sono le applicazioni e i dati utilizzati dai dispositivi mobili quelli che forniscono un vantaggio competitivo alle imprese. “Progettazione, implementazione e gestione di Api sicure dovrebbero avere la massima priorità nella strategia di mobilità di una grande azienda”, mostra Canton.
Al crescere della mobilità degli utenti, la crescita delle applicazioni e del volume di dati disponibili è stata esponenziale, rendendo necessario il massimo sfruttamento delle Api esistenti. E qui si entra in un argomento specifico. “La governance dei servizi e delle Api gioca un ruolo chiave in qualsiasi strategia mobile aziendale”, riprende il Cto di Tibco Emea; “per creare nuove opportunità di guadagno e di crescita, le aziende devono operare su un numero crescente di Api di terze parti e business partner a livello mondiale”.
Tool per un mondo ibrido
E’ questo il mondo della Api Economy. Una piattaforma di integrazione e gestione che coordini e gestisca questa economia delle Api sta rapidamente diventando essenziale, e “ci sono molti modi in cui può essere implementata”.
Usare una piattaforma di gestione delle Api che offra servizi sia on-premise, sia in cloud, offre la possibilità di esporre le Api in modo sicuro e controllato. “Una soluzione ibrida di gestione delle Api soddisferà le esigenze sia dei fornitori che degli utenti, che tipicamente sono sviluppatori esterni e partner”, introduce Canton; “solitamente questo tipo di soluzione comprende anche i tool di amministrazione runtime per fornire accesso sicuro alle Api, policy di gestione del traffico, monitoraggio delle performance, dashboard analitiche e strumenti di valutazione della monetizzazione”.
In alcuni punti la coerenza è importante. La piattaforma dovrebbe anche applicare un branding coerente, personalizzare le interfacce applicative e condurre test di nuove Api. Uno dei maggiori benefici è costituito dal deployment rapido di nuove applicazioni attraverso l’impiego di Api coerenti, ben documentate e gestite, utilizzando una piattaforma di integrazione e gestione che sia scalabile, robusta e pronta per il futuro mobile.