In estrema sintesi, la blockchain è un libro mastro (ledger) della contabilità distribuito su una rete. Può essere usato in qualsiasi forma di transazione, ovvero di scambio dati, non necessariamente di tipo economico. Questi dati sono per loro natura indipendenti dalle aree geografiche di provenienza, e dalle relative legislazioni.
Gli elementi essenziali della blockchain sono stati descritti in un articolo precedente dedicato alla disintermediazione delle transazioni d’ogni genere.
In questo articolo vediamo invece come fornire un servizio di gestione del libro mastro distribuito e della relativa rete di operatori.
La blockchain di Ibm è as a service
Per essere più comprensibili facciamo riferimento ad una proposta commerciale: abbiamo scelto come esempio quella Ibm.
Usando la Blockchain, la rete consiste di operatori allo stesso livello (peer) distribuiti che effettuano transazioni tra loro. Tali operazioni vengono memorizzate sul registro condiviso. Tutti i membri sono uguali, quindi nessuno ha un controllo centralizzato, ma ciascuno contribuisce al controllo complessivo.
Tutte le transazioni possono quindi essere memorizzate nello stesso formato, secondo un approccio che impone la stessa struttura a dati altrimenti destrutturati, e la loro analisi può essere affidata a software specifici.
Ibm sta sviluppando un ambiente integrato di blockchain as a service, in particolare impostando il servizio sui DevOps che operano sulla piattaforma Bluemix. Tra le azioni di questa strategia, l’azienda ha fornito al progetto HyperLedger (della Linux Foundation) l’Open Blockchain, in breve Obc, software per un totale di 44 mila linee di codice.
Smart contracts, le app nella chain
Il libro mastro contiene dati la cui elaborazione permette di estrarre valore. Gli specifici software che estraggono valore, ad esempio per determinate scadenze o gamme di valori, sono app chiamate smart contracts in gergo open, mentre Ibm le chiama chain code. Esistono già molte piattaforme per lo sviluppo di smart contracts, tra le quali la più famosa è forse Ethereum.
I vantaggi della blockchain sono grandissimi: si pensi a cosa succederebbe se tutti i dati di transazioni pubbliche, ovvero la contabilità di Comuni, Regioni e Stato italiano fossero resi disponibili in questa forma di Big Open Data.
Non bisogna però dimenticare che sono stati individuati dei punti di debolezza del nuovo sistema. E’ consueto che l’estabilishment critichi la robustezza di chi vuole sostituirlo, dando per scontata la propria solidità, che è solo apparente: recentemente l’abbiamo visto per l’avvento del cloud computing e della trasformazione digitale. Resta comunque importante interrogarsi sugli errori sistemici di un possibile cambiamento: in questo caso, anche senza entrare nel meccanismo delle valute virtuali usate per regolare le transazioni, sulla blockchain principalmente si osserva che la competizione tra operatori è un sistema inefficiente, che porta alla contemporanea elaborazione di migliaia di computer tra i quali uno solo arriverà primo (e tutti gli altri avranno sprecato risorse inquinanti). Ma anche questo punto è allo studio degli operatori.