Secondo quanto riporta in queste ore Reuters, HPE sarebbe in trattative con Thoma Bravo LLC, private equity specializzata in operazioni di buyout, per cedere la sua divisione software, per una cifra compresa tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari.
Una decisione che già Reuters definisce in linea con le direttive strategiche delineate dal Ceo Meg Whitman, che puntano a una rifocalizzazione su networking, storage, data center e servizi correlati. Seguendo questa logica, in effetti simile alla decisione presa nel corso della primavera da Dell, poche settimane fa Hewlett Packard Enterprise aveva in effetti annunciato l’acquisizione di SGI.
Altri offerenti in lizza per il software di HPE
In realtà, sempre secondo quanto riferisce Reuters, altre offerte sarebbero già pervenute nel corso della settimana da altri offerenti, fino ad arrivare a un ammontare di 7,5 miliardi di dollari, ma Thoma Bravo avrebbe presentato la proposta più alta, fermo restando che si tratta di una cifra ancora piuttosto lontana dalle aspettative della società.
In questa fase delle trattative, che sono gestite da Goldman Sachs, non è detto né che l’operazione vada in porto né che si concluda con una decisione a favore di Thoma Bravo, tra i cui asset già figurano Dynatrace e Compuware, complementari a quelli che porta in dote HPE.
Cosa troviamo negli asset software di HPE
Va detto che la divisione software di HPE ha chiuso lo scorso esercizio a 3,6 miliardi di dollari, in calo rispetto all’anno precedente anche a causa del cambiamento del modello di business maggiormente orientato al cloud.
Fanno parte della divisione gli asset ereditati alla chiusura della controversa operazione di acquisto di Autonomy (10,3 miliardi di dollari) e quella successiva di Mercury Interactive.
Nel portafoglio rientrano anche Vertica, piattaforma di big data anlytics, e ArcSight, attiva nella sicurezza.