Ci si sono messi in nove: capofila Ibm e Google, accompagnati da Advanced Micro Devices, Dell EMC, Hewlett Packard Enterprise, Mellanox Technologies, Micron Technology, NVIDIA e Xilinx hanno dato vita al Consorzio OpenCAPI che promette sviluppare nuove specifiche che potrebbero migliorare le performance dei datacenter fino a 10 volte quelle attuali.
Specifiche, come suggerisce il nome, basate su standard aperti.
OpenCAPI significa Open Coherent Accelerator Processor Interface e promette di lavorare su una interfaccia a banda larga ma bassa latenza e indirizzare le necessità e i bisogni espressi in ambito big data, machine learning, analytics.
OpenCapi offre un approccio datacentrico alla progettazione dei server e punta a una maggiore integrazione di tecnologie come memorie, acceleratori, networking e storage.
Le specifiche dovrebbero essere rilasciate già entro la fine dell’anno, mentre i server e tutti i prodotti correlate aderenti al nuovo standard dovrebbero essere disponibili nella seconda metà del prossimo anno.
L’assenza di Intel dalle fila del nuovo consorzio – cosa che del resto la società ha già fatto in altre occasioni – è indicative della volontà della Casa di Santa Clara di mantenere il controllo sulle proprie tecnologie. Ed è dunque comprensibile che la nuova alleanza venga letta proprio in chiave di alternativa all’egemonia Intel sul segmento datacenter.