Nella convinzione condivisa che non sia possibile costruire un mercato unico digitale in Europa senza rimediare alle lacune nelle competenze digitali dei suoi cittadini, la Commissione europea ha dato il via a una nuova coalizione per le competenze e le occupazioni digitali.
Condotta in collaborazione con gli Stati membri, le imprese, le parti sociali, le Ong e gli operatori del settore dell’istruzione, l’iniziativa è una delle dieci grandi iniziative proposte dalla Commissione nell’ambito dell’agenda per le nuove competenze per l’Europa e si basa sul lavoro della grande coalizione che, nel 2013, ha permesso di formare oltre due milioni di persone attraverso oltre 80 organizzazioni di sostegno, e di creare 13 coalizioni nazionali per le competenze digitali negli Stati membri.
Oggi come allora, ad aderire alla nuova coalizione sono già una serie di partner, tra cui oltre trenta organizzazioni e gruppi come l’European Digital SME Alliance, ESRI, Sap, ECDL e Google, interessati a partecipare alla coalizione e ad aderire alla carta della Commissione europea.
750mila professionisti Tic da trovare entro il 2020
E che non ci sia tempo da perdere lo dicono anche i dati secondo cui, nel Vecchio Continente, da qui al 2020, mancheranno fino a 750mila professionisti qualificati nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, mentre la disoccupazione fra i giovani di età compresa tra 15 e 24 anni ammonta a circa il 20 per cento, e circa il 45 per cento dei cittadini europei possiede solo competenze digitali di base.
Un biglietto per l’economia digitale
Al fine di non escludere alcun cittadino europeo dalla società nell’era digitale, chi partecipa alla coalizione per le competenze e le occupazioni digitali si impegna a rimuovere gli ostacoli che limitano l’innovazione e la crescita in Europa. Da qui l’avvio di tre nuove coalizioni nazionali nella Repubblica ceca, in Estonia e in Slovenia e altre quattro in corso di creazione per realizzare una coalizione nazionale in tutti gli Stati membri entro il 2020.
L’intento è chiaro e, tradotto in numeri, dovrebbe consentire di formare entro tale data un milione di giovani disoccupati per i posti di lavoro digitali disponibili mediante stage/tirocini, apprendistati e programmi di formazione a breve termine. La somma delle iniziative combinate dovrebbe, inoltre, sostenere la riqualificazione del personale impiegato nelle Pmi, modernizzare l’istruzione di studenti e insegnanti, utilizzare i fondi disponibili per sensibilizzare i cittadini europei sull’importanza delle competenze digitali per l’occupazione, la competitività e la partecipazione alla società.
Dieci iniziative per migliorare le competenze dei cittadini
In questo quadro, in collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate, l’agenda per le competenze per l’Europa ha già definito dieci iniziative concrete per migliorare le competenze dei cittadini e il loro adeguamento alle esigenze del mercato del lavoro.
Tre di queste (la garanzia per le competenze ribattezzata “percorsi di sviluppo delle competenze”; la proposta di revisione del quadro europeo delle qualifiche; e il piano per la cooperazione settoriale sulle competenze) sono state adottate dalla Commissione a giugno di quest’anno.
La proposta di revisione del quadro Europass è stata adottata lo scorso ottobre più tardi, mentre a inizio dicembre la Commissaria per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, ha avviato la settimana europea delle competenze professionali.
Le altre azioni nell’ambito dell’agenda europea per le competenze saranno avviate nel corso del 2017. Tra loro, la revisione del quadro delle competenze chiave, lo strumento di determinazione delle competenze per i cittadini di Paesi terzi, l’approfondimento dell’analisi e la condivisione delle migliori pratiche per contrastare la fuga dei cervelli e una proposta per monitorare l’accesso dei laureati al mercato del lavoro.