Negli ultimi due giorni erano circolate insistenti le voci secondo le quali Google sarebbe stata pronta a mettere da parte il suo progetto sulle auto a guida autonoma, seguendo un po’ le orme di Apple, per concentrarsi piuttosto sullo sviluppo di un sistema operativo dedicato a questo mondo, considerando “poco pratica” l’idea di arrivare fino al prodotto finito.
Tutto questo, alla vigilia di una conferenza indetta dalla stessa società sul tema.
Invece.
Invece nessun freno tirato, nessuna marcia indietro: il progetto cambia nome e diventa una realtà autonoma all’interno dell’ecosistema Alphabet.
Waymo è nome scelto, quasi una crasi tra “Way”, strada e “Mobility”. Waymo è una entità indipendente all’interno dell’universo Alphabet e ha l’obiettivo di arrivare prima dei competitor a portare sul mercato veicoli a guida autonoma.
Per Google si tratta di capitalizzare sette anni di ricerca sul campo, come scrive John Krafcik, chief executive della neo-costituita società in un post di presentazione: “Fin dal 2009 i nostri prototipi hanno trascorso sulle strade l’equivalente di 300 anni di guida e la nostra ricerca ha portato questo comparto a trasformarsi da un’idea fantascientifica a qualcosa di tanto reale che gli urbanisti hanno cominciato a pianificare un futuro fatto di auto a guida autonoma”.
Waymo capitalizza oltre sette anni di ricerca sul campo
Krafcik parla di nuove forme di trasporto più efficienti, sicure e accessibili, non solo per quanto riguarda la mobilità personale, ma anche quella pubblica.
“Le nostre vetture – prosegue – sono in grado di gestire i compiti più difficili, come identificare i veicoli di emergenza e adeguare il loro comportamento alla loro presenza, gestire gli incroci più complessi e anticipare gli eventi come l’uomo non sarebbe in grado di fare”.
Krafcik cita 2 milioni di miglia percorse su strade vere e un miliardo di miglia percorse in simulazioni, permeando tutta la sua visione di ottimismo rispetto al fatto che la tecnologia sia effettivamente pronta e la sua traduzione in prodotto reale sia a un passo da noi.
Tecnologia, non auto
Su un punto Krafcik è chiaro: Waymo non produrrà direttamente le auto, limitandosi allo sviluppo della tecnologia necessaria per “guidarle”.
“Siamo una società che sviluppa tecnologia per le auto a guida autonoma, non siamo una società automobilistica. Non vogliamo fare auto migliori, vogliamo fare migliori guidatori”.
Il rapporto con FCA
È chiaro che a questo punto tra i candidati ideali spunta FCA, che la scorsa primavera aveva siglato un accordo con Google per integrare la tecnologia di Google in 100 dei suoi minivan.
E secondo quanto riporta in queste ore Bloomberg, insieme a FCA Google/Alphabet/Waymo (il problema sarà capire con quale di queste entità potrebbe nascere il progetto) sarebbe già pronta a lanciare un servizio di ride-sharing nel quale potrebbero essere utilizzati i mini van Pacifica di FCA, a guida semi-autonoma già nel corso del prossimo anno.
E qualcosa di più, si dice, potrebbe vedersi già al prossimo CES di Las Vegas.