L’era della digital cohesion, in cui servizi basati sulla rete, automatizzati e predittivi si adattano ai comportamenti degli utenti, sta prendendo piede.
A dirlo sono i dati di un’indagine globale commissionata da Juniper Networks a Loudhouse Research e condotta coinvolgendo oltre 4.800 fra consumatori e decisori It in 16 Paesi, tra cui anche l’Italia.
Ne esce un quadro netto, in cui aziende e consumatori vedono l’avvento di migliori infrastrutture tecnologiche come uno sviluppo positivo e inevitabile, utile ad assumere decisioni più ragionate e ad arricchire la vita personale e professionale di ciascuno di noi.
Il parere dei consumatori
Favorita da reti di nuova generazione, la digital cohesion si appresta, infatti, a inaugurare una nuova era di servizi automatizzati, che pare già essere qui, se è vero che il 75 per cento dei consumatori raggiunti dall’indagine, 200 per ogni Paese coinvolto, dice di affidarsi a connessioni mobili per vivere in modo più efficiente, smart e sicuro.
Tra i vantaggi elencati figurano, inoltre, sia una migliore infrastruttura a disposizione della comunità, con servizi di emergenza più efficaci e rapidi, sia un uso più efficiente del tempo libero.
Con la crescente integrazione e automazione delle app, il 60 per cento dei consumatori si aspetta, poi, che l’ambiente circostante diventi più “smart” nei prossimi cinque anni.
Non mancano, infine, previsioni positive sul miglioramento delle capacità di studiare e apprendere e su un’attesa riduzione del costo della vita riportata da quasi il 30 per cento del campione dovuta, principalmente, a una maggiore efficienza energetica domestica e alla possibilità di prendere decisioni più informate, mentre un ulteriore 51 per cento si attende maggiore supporto e minori tempi di risposta da parte dei servizi di emergenza.
I vantaggi per il business
Secondo gli utenti professionali, ossia oltre 100 decision maker in ambito It interpellati per ogni nazione coinvolta e attivi in organizzazioni con un numero di dipendenti compreso tra 251 e gli oltre mille dipendenti, i vantaggi della digital cohesion spaziano dalla maggiore produttività a una maggiore efficienza nelle spese, da nuovi modelli di gestione della forza lavoro all’innovazione nei servizi.
Non stupisce, allora, come, ad aspettarsi un incremento nell’innovazione dei servizi per il business come effetto della digital cohesion, sia ben il 90 per cento degli utenti aziendali seguiti, con una cifra di poco superiore, da coloro che si attendono una gestione più flessibile della forza lavoro, mentre oltre il 50 per cento ritiene che il fenomeno indagato determinerà una migliore customer experience per la propria organizzazione.
Previsioni verosimili, cui si aggiunge il parere di Juniper secondo cui, davanti a dispositivi mobili che agiscono come punti di raccolta dati su cui si basano i mega-servizi, i telecom service provider dovranno ripensare il modo di realizzare le proprie reti per supportare lo sviluppo di questa nuova era.
La sicurezza sempre al centro
Ancora una volta, a destare la preoccupazione sia dei consumatori sia delle aziende, sono i rischi per la sicurezza e la compliance dei mega-servizi ipotizzati. Non a caso, i dati dell’indagine voluta dallo specialista nella tecnologia a supporto di reti automatizzate, scalabili e sicure, suggeriscono che per gli utenti la fiducia rimane un aspetto non negoziabile e che un approccio proattivo e ragionato alla sicurezza nell’ambito di questi mega-servizi sia di fondamentale importanza.
In linea con le perplessità espresse dagli utenti consumer, il 66 per cento degli utenti professionali considera la sicurezza e la compliance come il maggior fattore di rischio nella digital cohesion e solo il 25 per cento afferma di essere “totalmente pronto” a fidarsi della sicurezza delle reti e dei dispositivi.
Di positivo, almeno negli intendimenti, ci sarebbe, però, la volontà espressa da ben l’85 per cento del campion di gestire le conseguenze dell’introduzione di dispositivi più intelligenti nell’infrastruttura di rete della propria organizzazione in maniera pragmatica, anziché la limitazione tout court dei dispositivi come attività preventiva per ridurre i rischi per la sicurezza.
È inutile girarci intorno: il pericolo c’è ed è reale, non tanto nell’introdursi abusivamente nei sistemi, già adesso abbastanza protetti, quanto nel condizionare scelte favorevoli a chi le propone. Per intenderci: un “Grande Fratello” pro domo sua. Già adesso, con l’uso esagerato di termini gergali, anche quando esiste il corrispettivo nella lingua comune, si esclude chi non ne è a conoscenza, creando di fatto una élite egemone.