Un freno alla diffusione di massa delle tecnologie IT in agricoltura – non solo le soluzioni di smart agriculture, anche altre più semplici – sta nel fatto che richiedono competenze, strumenti e investimenti che molti agricoltori non possono mettere in campo. Eppure l’interesse c’è, perché estendere l’uso delle tecnologie in agricoltura aiuta sia a migliorare il rendimento dei campi sia a dare quella visione integrata della filiera produttiva che molti cercano per ragioni di sicurezza alimentare e di sostenibilità.
Come in altri settori che si sono evoluti prima, è probabile che la spinta decisiva alla Smart Agriculture venga dall’alto attraverso iniziative delle grandi aziende capofila del settore. Un esempio è il progetto portato avanti da Olam, multinazionale con sede centrale a Singapore che commercia a livello globale una settantina di prodotti agro-alimentari tra cui in particolare cacao, caffè, cotone, spezie e frutta a guscio.
Olam ha realizzato autonomamente una piattaforma tecnologica denominata OFIS (Olam Farmer Information System) che ha aperto agli agricoltori suoi fornitori, spesso piccoli coltivatori che lavorano in zone remote del mondo e che non avrebbero le competenze, le infrastrutture e i mezzi per dotarsi di un qualsiasi sistema informatizzato per gestire le proprie coltivazioni. Circa centomila coltivatori di una ventina di nazioni hanno aderito al progetto, che conta di avere a bordo mezzo milione di agricoltori entro il 2020.
Dato lo “stato tecnologico” di partenza degli agricoltori, la raccolta delle informazioni sui loro campi è stata fatta sostanzialmente da Olam stessa. Usando un semplice smartphone i suoi agenti locali hanno eseguito la mappatura in GPS delle fattorie e raccolto tutti i dati essenziali sulle coltivazioni e sulle infrastrutture a disposizione.
È una raccolta di informazioni in stile Smart Agriculture che server a Olam in primo luogo, permettendo all’azienda di avere una visione d’insieme e dettagliata dell’agricoltura in buona parte del mondo. Le informazioni raccolte permettono all’azienda anche di gestire e controllare meglio le sue supply chain per i vari prodotti coinvolti.
Per gli agricoltori il vantaggio è quello di avere accesso a servizi che normalmente sarebbero loro preclusi. E non si tratta solo di servizi legati all’agricoltura. In questo senso c’è la possibilità di ricevere, semplicemente via SMS, indicazioni e consigli su come ottimizzare la produzione delle proprie coltivazioni, ad esempio segnalando quando è il momento opportuno per eseguire determinate operazioni.
Avere una sorta di backoffice IT apre poi ai coltivatori servizi di altro tipo ma ugualmente utili. Ad esempio OFIS prevede un “mobile wallet” attraverso cui gli agricoltori possono essere pagati direttamente da Olam. Questo permette di documentare storicamente le entrate della propria attività e quindi di accedere a servizi finanziari prima difficili da ottenere, come i finanziamenti.