Preceduta da una serie di indiscrezioni, è arrivata la conferma ufficiale: Apple ha comprato Shazam, il servizio che permette di individuare canzoni, film, programmi TV e pubblicità a partire dall’ascolto di brevi clip audio. La cifra in gioco è di poco superiore ai 400 milioni di euro, quindi molto lontano da quella valutazione di 1 miliardo di dollari ottenuta da Shazam nel 2015 durante il suo ultimo round di finanziamento. D’altra parte, la società ha avuto difficoltà a trovare un modello di business redditizio, ottenendo nel 2016 un fatturato di soli 54 milioni di dollari.
I perché dell’acquisizione
Non è quindi per il potenziale apporto economico che Apple ha agito. Il motivo di questa mossa strategica va più probabilmente ricercato nella possibile maggiore integrazione con Apple Music, dove Shazam potrebbe contribuire a migliorare l’esperienza del servizio.
D’altro canto l’app di Shazam vede tra i principali referral per l’ascolto dei brani “riconosciuti” Spotify. Quest’ultimo, insieme ad Apple Music, riceve 1 milione di clic al giorno proprio dagli utenti dell’app. Un concorrente decisamente scomodo sul versante dello streaming musicale che può trarre grande vantaggio da Shazam e a cui potrebbe nuocere molto un’eventuale chiusura dell’app.
Non va poi dimenticato che il riconoscimento del suono di Shazam è già integrato in Siri. Perciò l’acquisizione potrebbe portare un’integrazione più profonda con iOS, proprio come ha fatto Google con la sua funzione di riconoscimento dei brani su Pixel.
Un altro aspetto da non sottovalutare è che Shazam dispone di una tecnologia di riconoscimento visuale e una piattaforma di realtà aumentata. Queste potrebbero fare molto comodo ad Apple nella creazione di una funzione tipo Google Lens e nel favorire lo sviluppo sul versante ARKit.