Circa tre settimane fa le applicazioni di alcune importanti aziende italiane sono state attaccate in modo pesante da hacker russi.
“Il primo è stato un attacco volumetrico. Il service provider con un po’ di fatica è riuscito a mitigare la minaccia. Ma a questo punto l’attaccante ha cambiato strategia e ha portato un attacco a livello 7, a livello applicativo. Il service provider a questo punto non conoscendo l’applicazione ha fatto un sacco di danni”.
Maurizio Desiderio, country manager italiano di F5, parte da qui per spiegare come le app “motore di business e gateway dei nostri dati” abbiano un forte bisogno di essere protette.
“Bisogna capire le minacce, il contesto e attivare gli strumenti di controllo”, prosegue. Per questo la società specializzata nell’application delivery presenta Big-Ip Cloud edition, la soluzione che permette di implementare servizi applicativi critici in qualsiasi ambiente.
F5 per l’ambiente multicloud
“L’ambiente multicloud – spiega Chad Whalen, vice president worldwide cloud sales di F5 Networks – possiede architetture frammentate, un’operatività complessa e possibile problemi per compliance e rischi nell’audit. F5 però semplifica la migrazione multicloud con soluzioni validate e testate in differenti cloud, l’integrazione con l’ecosistema delle applicazioni e con policy semplificate per deployment e compliance”.
Big-Ip Cloud edition viene quindi offerto come un Application delivery controller virtuale per-app che può applicare e automatizzare i servizi basati su policy in ogni fase del processo di sviluppo e produzione.
Le principali funzioni prevedono servizi e protezione di livello enterprise in una soluzione Adc totalmente software, servizi applicativi dedciati su misura per ogni app in qualsiasi ambiente, catalogo self service dei servizi applicativi per provisioning, configurazioni e aggiornamenti automatizzati oltre a nuove capacità in termini di visibilità per-app, analisi e scalabilità automatica.
“Il nostro valore aggiunto – precisa Desiderio – è la gestione in ambienti eterogenei. La soluzione di F5 diventa uno strato e che l’app sia su un cloud pubblico o su datacenter è assolutamente trasparente. Il risultato è che il cliente ha un unico ambiente per gestire l’applicazione. Il secondo aspetto fondamentale è quello dell’automazione”.
Questa strategia per gli ambienti multicloud non va a sostituire ma si aggiunge a ciò che F5 ha fatto fino a oggi. “Molti clienti come i service provider – conclude il country manager italiano – continuano a investire in F5 acquistando hardware. Inoltre, in particolare sul mercato italiano, molti clienti per le applicazioni mission critical continuano a utilizzare i loro datacenter, sono pochi quelli che passano tutto sul cloud. Le aziende oggi hanno un ambiente ibrido molto complesso da gestire, ma questo approccio ci permette di indirizzare applicazioni che i clienti non vedono come mission critical e nascono native sul cloud. In questo modo indirizziamo un mercato dieci volte più grande rispetto a quello di prima. Per i clienti il vantaggio è un’unica infrastruttura per l’operatività e la sicurezza con grande beneficio di costi”.