Rivolgendosi ai propri partner convenuti a Genova alla Cisco Partner Experience, Agostino Santoni, amministratore delegato di Cisco tiene a sottolineare un fatto: «siamo un’azienda internazionale che sta investendo in Italia, e lo facciamo con una visione di lungo periodo».
E ai partner Santoni ha rivolto ai partner un messaggio forte, rivoluzionario, proprio perchè detto da una società che le reti le ha create e sulle reti esistenti ha costruito il suo successo: «rifacciamo tutte le reti, adesso, Agganciamogli la sicurezza, subito. Apriamole al cloud, a tutti i tipi di cloud, spostando liberamente i dati, liberando il loro potere, usandoli massivamente in qualsiasi momento. Questo oggi è il nostro e vostro business».
Quattro caratteristiche comuni a reti e sicurezza
La sicurezza che propone Cisco ha quattro caratteristiche, che sono le stesse che deve avere la nuova rete che i partner dovranno contribuire a creare: «semplice da implementare, aperta, automatizzata e programmabile».
Nel far questo Santoni evidenzia come «abbiamo cambiato il portfolio, con quattro piattaforme, dando continuità di valore ai nostri partner. La parola d’ordine è security. Che va inclusa in tutto quello che facciamo. Sarà il mercato a dirci se la piattaforma integrata di cybersecurity è la risposta che serve oggi. Noi siamo convinti di sì».
Come ha spiegato Andrea Negroni, della cybersecurity channel organization di Cisco, «oggi si può fermare il 99% degli attacchi, ma all’attaccante basta che ne passi uno. Si deve parlare pertanto di capacità reazione a una violazione. Noi dobbiamo misurare efficacia della sicurezza su due parametri: il tempo della scoperta di una violazione (time to detect9 e tempo di risposta (time to response)».
Cisco lavora sui due parametri inserendo automazione, con soluzioni best of Breed e creando architettura integrata.
Oggi la forza di Threat intelligence, Cisco Talos, è fatta da 300 ricercatori «che stabiliscono cosa è una minaccia e cosa no. È semplice, libera risorse ai partner per dare la servizi a valore, gestiti».<
Al Cisco Partner Experience di Genova, ha rivelato il responsabile del canale di Cisco, Eric Moyal, sono intervenute 350 persone in rappresentanza di 110 partner. Una selezione qualitativamente elevata, destinata a figure in grado di cogliere i concetti e tradurli in business.
E per Giorgio Campatelli, responsabile dei partner italiani di Cisco, «il nostro valore oggi è nell’evoluzione della rete, oltre la connettività, oltre l’aspetto fisico, nell’automazione, negli analytics, nella sicurezza».
Campatelli così conferma che la rete va cambiata perchè è il paradigma a cambiare, perché con l’IoT si installano molti più punti rete in azienda. «Il nostro valore è fare adesso la rete del futuro, con i partner». Che sono di cinque tipi: iokl classico reseller, il consulente, il partner tecnologico, quello di soluzione e quello di piattaforma.
Le iniziative locali italiane avviate seguono già questa logica multi modello. Campatelli cita le iniziative condotte con Concept Reply per sviluppare soluzioni IoT e industria 4.0, con Zucchetti per mettere la collaboration dentro l’applicazione HR, con SecureNetwork per la consulenza.
Alla base di tutto c’è la rete intuitiva di Cisco, apertta all’IoT e basata su su tre step contestuali, come spiegato da Alberto Degradi: sicurezza con il policy manager per tutti i dispositivi industriali profilati, integrazione delle apparecchiature in ottica di automazione (It, OT e Lob), analytics di tutto, sensoristica compresa.
Ecosistema di innovazione con Api documentate
Secondo Enrico Mercadante, del digital acceleration team di Cisco, «per andare in fabbrica servono competenze operative e IT, quindi servono due partner che facciano rete, ecosistema.E serve creare use case, guardare e attrarre nuovi player, startup, che indirizzano esigenze verticali. L’ecosistema di innovazione è un add on del nostro go to market.
Come si fa? Rendendo disponibile a chi sviluppa le Api documentate: «stiamo rendendo le infrastrutture di rete Cisco progammabili. L’ha detto il nostro CEO: tutto ciò che facciamo avrà delle Api, su DevNet».
In questo modo si apre il mercato dell’innovazione: «Con Hfarm lanciamo un programma per 5 imprese, teso alla creazione di un Proof of concept in ambito impresa 4.0 che risolve un problema di business. Con Tag, al via un master in digital transformation per 20 figure».