Tra soluzioni IT, componenti tecnologiche abilitanti su asset produttivi tradizionali e servizi, Industria 4.0 in Italia nel 2017 ha raggiunto un valore compreso fra 2,3 e 2,4 miliardi di euro, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente.
Quasi il 15% di questo valore, a cui va sommato un indotto di circa 400 milioni di euro in progetti tradizionali di innovazione digitale, è realizzato con progetti esportati.
I dati emergono dalla ricerca dell’Osservatorio Industria 4.0 della School of Management del Politecnico di Milano.
I valori espressi
L’Industrial IoT, inteso come componentistica per connettere i macchinari alla rete, è la tecnologia 4.0 più diffusa, con un valore di circa 1,4 miliardi di euro (60% del mercato, +30% sull’anno precedente).
Viene seguita dall’industrial analytics con 410 milioni di euro (20% del mercato, +25%) e dal cloud manufacturing con 200 milioni di euro (10% del mercato, +35%).
Rimangono un 8% del mercato rappresentato da soluzioni di Advanced Automation (145 milioni di euro, +20%), e l’Advanced Human Machine Interface, con un valore complessivo contenuto (circa 30 milioni di euro), ma prima per crescita rispetto allo scorso anno (+50%).
Italia consapevole
Il rapporto evidenzia che aumenta il livello di conoscenza su Industria 4.0: solamente il 2,5% delle imprese dichiara di non conoscere il tema (due anni fa era quasi il 40%); il 15% è in fase esplorativa, mentre il 55% dichiara di aver già implementato soluzioni 4.0.
Buono l’impatto del Piano Nazionale Industria 4.0: su un campione di 236 imprese, il 92% ne conosce le misure (l’84% un anno fa), la metà dichiara di aver già usufruito di forme di iper e superammortamento per il rinnovo dei propri asset e una su quattro ha intenzione di farlo a breve.
Il 25% delle imprese dice di aver investito più di tre milioni di euro e il 20% che ha destinato meno di 200mila euro.
Con riferimento al credito d’imposta previsto per la formazione 4.0, sei aziende su dieci dichiarano che ne vorranno usufruire.
Le tecnologie in campo
Sono quasi 900 le applicazioni 4.0 dichiarate dalle 236 imprese analizzate, per una media di 3,7 applicazioni adottate per ciascuna, distribuite nelle tre aree dei processi aziendali: Smart Lifecycle (sviluppo prodotto, gestione del ciclo di vita e gestione dei fornitori), Smart Supply Chain (pianificazione dei flussi fisici e finanziari) e Smart Factory (produzione, logistica, manutenzione, qualità, sicurezza e rispetto norme).
Le tecnologie abilitanti che stanno guidando la trasformazione delle imprese italiane, diffuse in tutte le tre aree di processo, sono Industrial IoT e Industrial Analytics, che insieme rappresentano circa il 40% delle applicazioni dichiarate.
Competenze 4.0
Secondo il sondaggio condotto dall’Osservatorio Industria 4.0, il 50% delle imprese in Italia dichiara di aver già concluso o avviato una valutazione delle competenze 4.0 e più di una su quattro (26%) ha intenzione di farlo in futuro.
La valutazione interessa tutte le funzioni aziendali (la produzione in particolare) e tutte le figure presenti in azienda, dagli operai ai manager fino all’imprenditore. Da queste analisi emergono 5 competenze principali necessarie per abilitare la trasformazione 4.0: applicazione lean manufacturing 4.0, gestione della supply chain digitale, cyber-security, manutenzione smart e relazione persona/macchina.
In media in Italia circa il 30% delle aziende dichiara di sentirsi preparata per affrontare l’Industria 4.0; tra le rimanenti, il 24% di queste intende colmare il divario attraverso la formazione del personale e l’11% acquisendo le competenze mancanti all’esterno, mentre una minoranza afferma che l’azienda si è già dotata di un piano strutturato per la formazione o la selezione delle competenze 4.0.
Per formare il personale, il 60% ha deciso di usufruire del credito di imposta per la formazione 4.0 o ci sta pensando, mentre il 19% ancora non conosce questo incentivo. La funzione HR, tuttavia, risulta scarsamente coinvolta in queste iniziative e nello sviluppo delle strategie di Industria 4.0: solo il 12% del campione, infatti, dichiara di coinvolgere attivamente la funzione HR in tutte le fasi del percorso di digitalizzazione, contro un 30% in cui l’HR partecipa in modo limitato e un 40% in cui la funzione HR non è coinvolta o non esiste.
215 startup 4.0
Sono 215 le startup finanziate a livello internazionale nate tra il 2013 e il 2018 attive in ambito Industria 4.0, che hanno raccolto finanziamenti complessivi per circa 2,5 miliardi di dollari, pari più o meno a 17,8 milioni di dollari per startup.
Il censimento realizzato dall’Osservatorio Industria 4.0 conferma il trend di crescita del numero di nuove imprese, che negli ultimi quattro anni è cresciuto ogni anno del 15-20%. Il 24% di queste propone soluzioni di Industrial Analytics, il 20% di Industrial IoT e un altro 20% di Additive Manufacturing.
L’Additive Manufacturing è l’ambito che ha attirato più investimenti (800 milioni, un terzo del totale), con una media di 37,8 milioni di dollari a startup, superando per la prima volta l’Industrial IoT (600 milioni totali, 20,7 milioni in media).
Le prime 10 startup hanno raccolto da sole 1,6 miliardi di dollari.
L’analisi per area geografica conferma il ruolo di primo piano degli Stati Uniti, che ospitano circa la metà delle startup censite (49%) e raccolgono l’80% dei finanziamenti totali. In Europa non mancano realtà interessanti (76, il 35% del campione), ma la media di investimenti ottenuti dalle singole startup europee è pari a 3,8 milioni di dollari, contro i 26,5 delle nuove imprese statunitensi.
L’Italia ospita 24 startup, ma con finanziamenti medi al di sotto della media continentale (500mila dollari).