OpenStack è il progetto software open source per la creazione di infrastrutture di public e private cloud, che a oggi secondo la Openstack Foundation è il motore di 60 cloud pubblici e di migliaia di cloud privati, girando complessivamente su oltre un milione di physical core in tutto il mondo.
La missione degli sviluppatori di OpenStack è stata da sempre quella di produrre una piattaforma Cloud open source facile da utilizzare, interoperabile fra diverse versioni, semplice da implementare e che risponda alle esigenze sia degli utenti finali sia di chi deve operare il cloud, pubblico o privato.
In sostanza, in OpenStack cloud pubblico e privato condividono la stessa sfida tecnica: gestire automaticamente il computing, lo storage e il networking attraverso interfacce aperte.
I componenti sono stati progettati per essere modulari in modo che possano essere utilizzati per altri usi emergenti, come l’edge computing.
IDC Research dice che ci sono 34.971 sviluppatori che lavorano su OpenStack e 4.000.000 di linee di codice in Liberty, la sua ultima versione
Ci sono dei punti di debolezza? Secondo Gianfranco Gargiulo, Cloud Consultant di Orange Business Services la missione di Openstack è allo stesso tempo grandiosa e difficile da realizzare.
La domanda più importante che si trovano di fronte le aziende è: l’open source rende davvero tutto questo possibile? Riusciremo ad allineare le richieste di cambiamento compatibilmente con l’attuale cultura aziendale?
Infatti, anche se tenere il passo con le nuove tecnologie è importante, i ritmi della cultura aziendale rimangono la preoccupazione principale. E le due cose devono essere sincronizzate in modo sensato.
In passato, per ragioni di continuità, alcune aziende hanno utilizzato lo stesso stack tecnologico per un decennio. Oggi le tecniche di transizione si sono evolute in modo significativo. E nelle ultime versioni OpenStack si è concentrato sugli aggiornamenti e il gruppo di supporto delle società che offrono distribuzioni è cresciuto.
Ad oggi il mondo dello sviluppo OpenStack si sta concentrando sull’aggiungere nuove caratteristiche per rendere il prodotto sempre più flessibile e ricco di funzionalità, inoltre rafforzarne la sicurezza continua ad essere una priorità.
Di conseguenza, gli sviluppatori e gli utenti di OpenStack hanno collettivamente trovato nuovi modi per ottenere patching rapidi, anche quando la tecnologia sottostante non è open source.
Secondo Kamil Gregor, analista di ricerca di Idc, “Probabilmente la tendenza più importante che il multicloud comporta è la crescente importanza dei servizi gestiti. Da un lato, il cloud in generale, e il multicloud in particolare, stanno diventando sempre più necessari per una trasformazione digitale di successo. Dall’altro, il ritmo rapido della trasformazione digitale costringe le aziende a concentrarsi sull’innovare le loro attività in base ai loro principali fattori di differenziazione. La collaborazione con i fornitori di servizi gestiti consente a chi utilizza il cloud di eliminare le responsabilità in modo rapido, comodo e sicuro per quanto riguarda il consumo di cloud“.
L’open source, osserva Gargiulo, sta cambiando la situazione, offrendo più controllo agli utenti. Il fatto che i player proprietari stiano adottando la cultura open source con Kubernetes è il migliore endorsement possibile.
Andare oggi esclusivamente in direzione di OpenStack significa assumere un ruolo da protagonista, possibile solo a chi ha deciso di abbracciare completamente la nuova cultura del cambiamento digitale.
Si può anche effettuare una scelta più conservativa e combinare cloud OpenStack con cloud proprietari, spostando i carichi di lavoro in base a criteri economici, normativi o specifiche funzionalità richieste.
Ma se il criterio di valutazione è quello economico, secondo la OpenStack Foundation, in specifiche circostanze, spostare carichi di lavoro da cloud proprietari a OpenStack riduce i costi di oltre la metà.
Si può scegliere tra cloud privato gestito da remoto e cloud privato hosted e arrivare fino a cloud pubblico completamente gestito: sono tutti alimentati dallo stesso software, quindi sono interoperabili con lo stack corrente.
Identificare il giusto fornitore di servizi è una scelta che spetta all’azienda e dipende dalla complessità. La domanda più frequente è: quanto sarà difficile spostarsi se le condizioni cambiano?
È possibile dare in outsourcing e trovare partner per le operazioni di infrastruttura senza correre rischi di lock-in e di competizione. E lo si può fare utilizzando un provider di cloud pubblico OpenStack.
Ma l’asset più prezioso sarà il capitale intellettuale umano. La tecnologia è potente solo se riesce a coinvolgere le persone e OpenStack ha un forte potere di attrazione per i giovani talenti.
I team di OpenStack, si è soliti sentir dire, hanno lo stesso appeal delle startup.