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Vodafone si aggiudica le frequenze del 5G, servizi al via dal 2019

Nell’ambito dell’asta indetta dal Mise per l’assegnazione dei diritti d’uso, e a fronte di un investimento di 2.401 milioni di euro, Vodafone Italia ha acquisito le frequenze per accelerare lo sviluppo della nuova tecnologia 5G. Le frequenze, precisa l’azienda, acquisite consentiranno di realizzare significative efficienze operative per sostenere la crescita dei dati e la diffusione dei nuovi servizi 5G.

Lo spettro acquisito comprende le seguenti bande:

  • 700 MHz – 2 x 10 MHz FDD (Frequency Division Duplexing) per 683 milioni di euro, disponibili dal 1 luglio  2022, con una licenza della durata di 15 anni e 6 mesi.
  • 3700 MHz – 80 MHz per 1.685 milioni di euro, disponibili dal 1 gennaio 2019, con una licenza della durata di 19 anni.
  • 26 GHz –  200 MHz per 32,586 milioni di euro, disponibili dal 1 gennaio 2019, con una licenza della durata di 19 anni.

La banda 700 MHz – ereditata dal digitale terrestre e disponibile dal 2022 – verrà utilizzata per implementare servizi 5G sempre più evoluti, offrendo una copertura nazionale estesa e pervasiva, per applicazioni di nuova generazione come realtà virtuale e aumentata, veicoli connessi, robotica, e applicazioni IoT ad alta densità di dispositivi.

La banda 3.700 MHz consentirà a Vodafone di offrire da subito servizi di nuova generazione, con performance superiori in termini di velocità e latenza, permettendo di gestire i crescenti volumi di traffico.

A complemento, grazie alla banda 26 GHz, Vodafone potrà fornire servizi ad altissime prestazioni in luoghi ad alta densità di traffico come i centri delle città, gli stadi o gli impianti industriali.

Vodafone è già attiva nella sperimentazione della tecnologia 5G, promossa dal Mise, nell’area metropolitana di Milano per trasformare la città lombarda nella capitale 5G d’Europa. Vodafone coprirà l’80% della popolazione dell’area già entro dicembre 2018.

Con il Narrowband-IoT, il 5G arriva in anticipo

L’operatore rende anche noto che, prima in Italia, ha completato la copertura del 100% dei propri siti 4G con la tecnologia Narrowband-IoT (Narrowband  Internet of Things).

Questo permetterà ad aziende e PA di accedere in anticipo ad alcune delle funzionalità 5G, rendendo possibili specifici casi d’uso per il monitoraggio energetico, sanitario, ambientale e strutturale, e aprendo nuove opportunità in campi come l’agricoltura di precisione, le smart city e le smart utility.

Il settore agricolo, sottolinea Vodafone, potrà per esempio usufruire di nuovi sofisticati sistemi di monitoraggio, irrigazione e alimentazione automatizzata anticipando così l’azienda agricola del futuro. Nel campo del monitoraggio strutturale, invece, sarà possibile abilitare sistemi di allarme a consumo ridotto negli edifici delle aree geografiche soggette a catastrofi naturali, come terremoti, alluvioni, ecc.

Ricordiamo che NB-IoT opera su banda licenziata a 800 MHz ed è uno standard di trasmissione dati su reti cellulari che integra le caratteristiche di una rete Low Power Wide Area (LPWA) con quelle delle reti cellulari LTE 2G, 3G e 4G.

I principali vantaggi di questa tecnologia sono: una forte copertura su vaste aree – anche quando i dispositivi si trovano sottoterra o in ambienti scarsamente coperti (copertura +20 decibel rispetto al GSM);  una maggiore efficienza dal punto di vista energetico che consente di estendere la durata delle batterie degli oggetti connessi anche oltre i 10 anni, e un supporto fino a 50.000 dispositivi in una singola cella senza rischi di congestione.

La rete NB-IoT in Italia e in Europa

Lo sviluppo del NB-IoT in Italia fa parte di un piano di copertura più ampio del Gruppo Vodafone che di recente ha annunciato che entro il 2019 raddoppierà l’estensione di questa tecnologia sul territorio europeo, realizzando di fatto la rete internazionale NB-IoT più capillare al mondo.

Oltre all’Italia, infatti, Vodafone ha lanciato la rete NB-IoT in Repubblica Ceca, Germania, Grecia, Irlanda, Olanda, Sud Africa, Spagna e Turchia, ed entro il 2019 coprirà interamente Regno Unito, Romania e Spagna.

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