È Anthos la prima importante novità che arriva dal Google Cloud Next 19, annunciata durante il keynote d’apertura dai vertici di Google Cloud.
Nel presentarlo, l’azienda ha innanzitutto evidenziato come l’80% dei workload ancora non siano sul cloud. E che l’88% delle aziende hanno una strategia multicloud, perché hanno timori a effettuare grossi investimenti su una singola architettura cloud.
Molte aziende che hanno una propria infrastruttura It, infatti, pur essendo interessate ai vantaggi offerti dal cloud, non vogliono restare legati a un unico fornitore. Pertanto, sono alla ricerca di soluzioni che siano integrabili su tutti gli ecosistemi.
È proprio per rispondere a questa esigenza che Google Cloud propone Anthos. Questa nuova piattaforma aperta permette infatti di gestire carichi di lavoro su cloud di terze parti come AWS e Azure. È una piattaforma pronta per il multicloud che offre la libertà di lanciare e gestire un’applicazione sul proprio cloud preferito. Ciò, senza dover conoscere tutti i differenti ambienti e le diverse API.
Anthos, ora disponibile a livello generale, per tutti, è una piattaforma “write once, run everywhere” che supporta pienamente il multi-cloud. E che consente alle aziende di modernizzare la propria infrastruttura enterprise on-premise in modo semplice e rapido.
Da Cloud Services Platform ad Anthos
Anthos si basa sulla Cloud Services Platform che Google aveva annunciato lo scorso anno. La piattaforma aperta di Google Cloud consente alle aziende di eseguire le proprie applicazioni ovunque, in modo semplice, flessibile e sicuro, senza doverle modificare. E ciò, sull’hardware on-premise su cui l’azienda ha già effettuato investimenti, oppure sul cloud pubblico.
La funzionalità ibrida di Anthos è subito generalmente disponibile sia su Google Cloud Platform (GCP) con Google Kubernetes Engine (GKE), sia nel data center dell’azienda con GKE On-Prem. Anthos permetterà anche di gestire workload in esecuzione su cloud di terze parti come AWS e Azure. In tal modo offrendo alle aziende la libertà di implementare, eseguire e gestire le applicazioni sul cloud scelto. Senza che amministratori e sviluppatori debbano imparare ambienti e API diversi.
Anthos, spiega Google, è una soluzione al 100% basata sul software. L’azienda può essere rapidamente “up and running” sul proprio hardware esistente, senza alcun aggiornamento forzato dello stack. Anthos si basa inoltre su API aperte, e ciò offre un ulteriore livello di libertà e flessibilità. Inoltre, poiché Anthos è basato su GKE, il servizio Kubernetes gestito di Google, si ottengono automaticamente gli ultimi aggiornamenti delle funzionalità e le patch di sicurezza.
Google ha anche annunciato Anthos Migrate, al momento in versione beta. Questo strumento esegue la migrazione automatica delle macchine virtuali da on-premise o altri cloud, direttamente nei container in GKE, con il minimo sforzo. Si tratta di una tecnologia di migrazione che consente di migrare e modernizzare l’infrastruttura aziendale in un unico passaggio, senza richiedere prima modifiche alle VM o alle applicazioni originali.
Un ecosistema di partner
Anthos, annuncia Google Cloud, è già usato con successo da aziende globali quali HSBC, Cisco, Siemens. Inoltre, vanta più di 30 partner fra cui VMware, Dell EMC, HPE, Intel e Lenovo che sono pronti ad aiutare i clienti a sfruttare Anthos fin da subito.
Con questo ecosistema di partner hardware, software e di system integration, Google sta collaborando per supportare i clienti nello sfruttare Anthos fin da subito.
I system integrator avranno la possibilità di aiutare i clienti a modernizzare ed estendere le applicazioni usando Anthos. Con numerosi partner di livello internazionale Google sta costruendo servizi e soluzioni per aiutare le aziende a integrare Anthos nel proprio ambiente.
Anthos include anche funzionalità che consentono di automatizzare policy e sicurezza su vasta scala durante i deployment. Anthos Config Management permette di creare policy multi-cluster pronte, per impostare e applicare controlli di accesso basati sui ruoli, quota e namespace.
L’approccio open source di Anthos rende questa piattaforma, afferma Google, una scelta sicura per la strategia cloud delle aziende. Ulteriormente rafforzata dal fatto che partner del calibro di Cisco, Dell EMC, HPE, VMware e molti altri, la supportano.
E poiché Anthos è completamente gestito, anche on-premise, si ottengono i vantaggi dell’open source senza le difficoltà operative.
Ridurre la complessità del proprio It permette alle aziende di muoversi più velocemente. Dalla gestione dei container alla sicurezza, dalla gestione del traffico allo sviluppo del software, Anthos aiuta proprio a semplificare.
Informazioni approfondite sull’architettura che sta dietro Anthos, e su come modernizzare la propria infrastruttura, sono disponibili in questo white paper di Google.
Maggiori informazioni sulla Google Cloud Platform sono disponibili a questo link.