Al Forum PA di Roma il Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale Luca Attias ha varato il Manifesto per la Repubblica Digitale.
Accompagnando il manifesto con un adattamento del noto motto dazegliano (“L’Italia è fatta, facciamola digitale”) Attus ha fatto notare come in Italia le persone che non sono in condizione di usufruire dei servizi digitali variano tra 9 e 11 milioni: “mancano di sufficiente alfabetizzazione digitale e di consapevolezza degli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia”.
Per Luca Attias quello dell’inclusione digitale è un tema che non può essere ignorato: “è parte integrante del processo di trasformazione digitale che come struttura siamo chiamati a gestire e accelerare”.
Il Manifesto per la Repubblica Digitale è dunque un documento che fissa alcuni principi proprio per favorire l’inclusione digitale. “I servizi pubblici digitali dovrebbero essere accessibili davvero a tutti, nessuno escluso. Il rischio, è che la trasformazione digitale del Paese finisca con l’avvantaggiare alcuni cittadini, quelli digitalmente più educati e consapevoli, e con lo svantaggiare gli altri”.
Come si legge sulla pagina dell’iniziativa nel sito del Team per la Trasformazione Digitale, obiettivo principale del Manifesto è creare un’alleanza tra Stato, cittadini, formazioni sociali e imprese per “sviluppare la cultura scientifico-tecnologica della popolazione e contrastare ogni forma di analfabetismo digitale“.
Uno sforzo collettivo, si dice, analogo a quello che nel secondo dopoguerra produsse ial superamento l’analfabetismo linguistico, corredato dal superamento di “ogni forma di discriminazione nell’accesso agli strumenti di cittadinanza digitale”.
Educazione, cittadinanza, etica digitale
Il documento propone ai suoi firmatari di impegnarsi a realizzare delle azioni concrete che vadano a declinare tre principi:
- l’educazione al digitale, dalla cultura informatica alla competenza digitale: attraverso la scuole, attraverso programmi di formazione specifici, che includano anche le fasce della popolazione meno vicine alla tecnologia, oppure attraverso iniziative mediatiche;
- la cittadinanza digitale, per permettere ai cittadini di approfittare dei vantaggi del digitale per una maggiore partecipazione alla vita pubblica;
- un digitale etico, umano, non discriminatorio, dove sia rimosso ogni ostacolo di ordine sociale, economico, geografico, tecnologico e culturale che possa impedire di fatto l’uguaglianza tra i cittadini nell’utilizzo dei servizi pubblici e privati digitali.
Tutti i firmatari, tutti firmatari
Fra i primi firmatari del Manifesto, ci sono AIV – Accademia Italiana Videogiochi, Aci Informatica, Altroconsumo, Anitec-Assinform, Camera di Commercio di Roma / Maker Faire Rome The European Edition, Facebook Italia, Ibm Italia, Forum PA, Google Italia, Grey Panthers, Microsoft Italia, PayPal Italia, Telefono Azzurro, Time4Child / Fondazione Scholas Occurrentes, Unione Nazionale Consumatori.
Ognuno di loro aderisce all’iniziativa Repubblica Digitale con almeno un progetto che si ispiri a uno dei tre principi del Manifesto e che si prefigga di ottenere risultati tangibili e misurabili entro un arco di tempo di dodici o ventiquattro mesi.
L’invito a sottoscrivere il Manifesto e aderire a Repubblica Digitale è aperto a tutti: privati, istituzioni e aziende.
L’adesione può essere proposta sulla pagina dell’iniziativa, con la candidatura di uno o più progetti che rientrino nelle caratteristiche e nei principi del Manifesto.