Agcom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Agcm, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, e il Garante per la Protezione dei Dati Personali, hanno pubblicato la loro indagine conoscitiva sui Big Data.
La chiusura di questa indagine conoscitiva giunge al termine di una collaborazione a tal fine iniziata nel 2017 e che ha portato alla recente pubblicazione del rapporto finale redatto dalle tre authority.
L’indagine conoscitiva era volta ad approfondire la conoscenza degli effetti prodotti dal fenomeno dei Big Data e analizzarne le conseguenze in relazione all’attuale contesto economico-politico-sociale e al quadro di regole in vigore.
Esplorando la materia muovendo da tre prospettive diverse e complementari, l’indagine ha approfondito, anche attraverso audizioni e richieste di informazioni a imprese, associazioni di categoria ed esperti della materia, i cambiamenti derivanti dai Big Data sugli utenti che forniscono i dati, sulle aziende che li utilizzano e, dunque, sui mercati.
Ciò, spiegano le authority, anche al fine di cogliere appieno le possibili sinergie tra le tre Autorità e identificare gli strumenti più appropriati per eventuali interventi.
Negli ultimi anni i dati hanno assunto un’importanza via via crescente nell’organizzazione delle attività di produzione e di scambio, a tal punto da poter essere considerati, oltre che la proiezione della persona nel mondo digitale, anche una risorsa economica a tutti gli effetti, anzi la risorsa di gran lunga più importante in molti settori.
Infatti, grazie agli avanzamenti nell’ambito dell’Information e Communication Technology (ICT), sottolineano le tre Autorità, le organizzazioni tendono a raccogliere dati di qualsiasi tipo, ad elaborarli in tempo reale per migliorare i propri processi decisionali e a memorizzarli in maniera permanente al fine di poterli riutilizzare in futuro o di estrarne nuova conoscenza.
La creazione di dati sta seguendo un processo esponenziale: nell’anno 2018 il volume totale di dati creati nel mondo è stato di 28 zettabyte (ZB), registrando un aumento di più di dieci volte rispetto al 2011: si prevede che entro il 2025 il volume complessivo dei dati arriverà fino a 163 ZB.
Questa espansione, guidata dall’affermazione delle piattaforme on-line, subirà un’ulteriore accelerazione con la connessione tra oggetti e le applicazioni 5G.
In questo quadro si pongono nuove sfide, avvisano le authority: la centralità del dato, anche come bene economico, e l’importanza della sua tutela come diritto fondamentale della persona; l’impatto della profilazione algoritmica e delle piattaforme on-line sul grado di concorrenza in vecchi e in nuovi mercati rilevanti; l’effetto del programmatic advertising sulla qualità dell’informazione e sulle modalità di diffusione e acquisizione della stessa; la tutela e la promozione del pluralismo on-line in un contesto informativo esposto a strategie di disinformazione e di hate-speech; la necessità di garantire trasparenza e scelte effettive al consumatore, con particolare attenzione alla tutela dei minori, in relazione al consenso circa l’uso del proprio dato; la protezione del dato personale anche in ambiti non attualmente coperti dal GDPR; la definizione di politiche di educazione in relazione all’uso del dato.
L’indagine conoscitiva realizzata dalle tre Autorità italiane è articolata in cinque capitoli e un capitolo conclusivo.
Il capitolo 1 introduce i temi oggetto dell’indagine e fornisce una definizione e una descrizione delle caratteristiche dei Big Data. Nel capitolo 2 vengono riportate le principali questioni emerse nel corso delle audizioni e dai contributi dei partecipanti all’indagine e i riflessi sull’operatività delle imprese italiane. Il capitolo 3 riporta le considerazioni dell’Agcom su come il fenomeno dei Big Data incida nel settore delle comunicazioni elettroniche e dei media. Il capitolo 4 riporta le considerazioni del Garante per la Protezione dei Dati Personali sul possibile impatto dei Big Data sul diritto alla protezione dei dati personali e sulle misure e cautele da adottare. Il capitolo 5 quelle dell’Agcm sull’utilizzo dei Big Data e le relative implicazioni di natura antitrust e di tutela del consumatore.
Infine, nel capitolo conclusivo sono descritte le linee guida e raccomandazioni di policy indirizzate al legislatore. Tra queste, l’impegno assunto dalle tre Autorità a definire un meccanismo di collaborazione permanente in relazione agli interventi e allo studio dell’impatto dei big data su imprese, consumatori e cittadini.
È possibile consultare l’indagine sui Big Data scaricandola dai siti delle tre authority, ad esempio dal sito dell’Agcm.