Responsabilità sociale di impresa, in inglese CSR: è la sfida del momento (e del futuro) con cui dovranno fare i conti tutte le organizzazioni, e il mondo It non fa certo eccezione. Intervistiamo per voi i leader di settore, svelandone strategie, impostazioni e focus d’azione. La tecnologia al servizio di società più eque ed inclusive non è uno slogan privo di contenuti, ma un obbiettivo concreto.
Del resto le aspettative dei cittadini sono elevate e impossibili da ignorare: una ricerca del World Economic Forum realizzata assieme ad Ipsos ha svelato che l’86% delle persone intervistate vorrebbe miglioramenti significativi in termini di inclusività ed equità sociale.
01net ha quindi deciso di intervistare le aziende più prestigiose del mercato It, chiedendo loro in che modo è cambiato il loro modello di business per accogliere queste importanti istanze.
Per Infobip ha risposto alle nostre domande Vittorio D’Alessio, Country Manager di Infobip Italia.
La Corporate Social Responsibility sta determinando importanti cambiamenti nel modo di operare e produrre delle organizzazioni. Etica e profittabilità sono ancora temi opposti, oppure possono convivere con successo?
La sostenibilità aziendale intesa non solo come attenzione alle tematiche ESG ma anche alla continuazione del business nel tempo è oggi un tema molto rilevante. Focalizzandoci sul primo aspetto, bisogna considerare i gusti e le preferenze dei consumatori che si stanno orientando sempre più verso brand etici così come le scelte dei futuri dipendenti che promuovono le aziende con obiettivi chiaramente definiti.
Tenendo a mente questi due aspetti possiamo facilmente capire come oggi etica e profittabilità non siano più tematiche opposte come poteva essere in passato ma strettamente collegate. Inoltre, questo approccio emerge in modo definito anche nell’abito della supply-chain, con la scelta di fornitori sempre più green o attraverso le richieste dei legislatori di tutto il mondo sempre più stringenti.
Essere inclusivi e aperti ad ogni tipo di minoranza: un’affermazione che, in passato, è stata più dichiarazione di principio che concreta realtà. Quali sono le vostre policy da questo punto di vista?
Stabilire una cultura della diversità e dell’inclusione è la chiave per creare il miglior ambiente possibile per i nostri dipendenti e raggiungere i migliori risultati come azienda.
Il nostro team è composto da oltre 3.500 persone, dislocate in sei continenti, ed è la cosa più importante che abbiamo come azienda. Stabilire una cultura della diversità e dell’inclusione è la chiave per creare il miglior ambiente possibile per i nostri dipendenti e raggiungere i migliori risultati come azienda. In Infobip, crediamo che team inclusivi e aperti permettano di risolvere meglio i problemi.
Inoltre, il nostro posto di lavoro deve rappresentare la società in cui viviamo e le persone per cui realizziamo le nostre soluzioni. Il nostro settore potrà raggiungere il suo pieno potenziale solo quando tutti avranno pari opportunità di partecipazione.
Per realizzare la nostra politica globale su diversità, equità, inclusione e formazione abbiamo collaborato con l’Organizzazione Internazionale per la Diversità Culturale (ICDO). Inoltre, abbiamo organizzato anche delle sessioni di formazione sulla leadership con l’obiettivo di promuovere l’importanza di questo argomento.
Parlare di responsabilità sociale sarebbe impossibile senza riflettere sull’integrazione con le comunità in cui le società operano. Che progetti avete per il nostro Paese?
Attualmente Infobip sta portando avanti diverse iniziative. Il programma Social Impact, ad esempio, mira a migliorare le opportunità per i giovani fino a 30 anni, aiutandoli a superare i gap di istruzione, geografici e di genere in ambito STEAM grazie a partnership no-profit. Bippers4Community è, invece, un programma di volontariato che mette al servizio dei nostri partner no-profit le competenze dei nostri dipendenti.
Inoltre, in diverse occasioni abbiamo reso disponibile le nostre soluzioni, a prezzi agevolati o anche gratuitamente, per enti di beneficienza e organizzazioni senza scopo di lucro.
Il welfare aziendale, molto sviluppato nelle nazioni del nord Europa, ha fatto fatica ad affermarsi in modo organico in Italia. Nelle vesti di leader IT, in che modo agevolate la vostra forza lavoro?
Sono molte le iniziative che mettiamo in campo per agevolare i nostri dipendenti. Ad esempio, a partire dal 2017 è stata introdotta la prima adozione del Piano di Stock Option dei Dipendenti (ESOP), estesa nell’ottobre 2021 agli oltre 2500 dipendenti. Oltre agli attuali pacchetti retributivi dei dipendenti, tutti i dipendenti possono, infatti, condividere il valore che contribuiscono a creare, anche i neoassunti potranno essere iscritti e beneficiare dell’ESOP. Questo perché crediamo fortemente nella cultura e nel talento che da sempre sono stati il motore che ha portato Infobip al successo.
Dall’inizio della pandemia nel febbraio 2020 il 100% della forza lavoro operava da remoto e per riunire la comunità e aiutare i dipendenti a creare le proprie connessioni personali e professionali ancora oggi organizziamo ogni settimana sessioni WFH in teleconferenza, che attraverso sondaggi sulle riunioni virtuali hanno identificato le sfide e le opportunità chiave relative all’esperienza di lavoro a distanza.
In ultimo, impossibile non parlare di sostenibilità ambientale, anche alla luce della COP26 e della fortissima sensibilità sulle tematiche da parte dell’opinione pubblica. Come avete progettato la vostra roadmap per ridurre la vostra impronta ecologica?
L’impegno di Infobip nei confronti dell’ambiente è costante. Abbiamo misurato la footprint delle attività che svolgiamo direttamente, identificando le possibili aree di miglioramento e fissando il nostro obiettivo di riduzione del carbonio.
L’impegno di Infobip nei confronti dell’ambiente è costante. Abbiamo misurato la footprint delle attività che svolgiamo direttamente, identificando le possibili aree di miglioramento e fissando il nostro obiettivo di riduzione del carbonio. Inoltre, è stato definito un perimetro organizzativo per le operazioni internazionali di Infobip, identificando le fonti di Scope 1, 2 e 3 in linea con il Greenhouse Gas Protocol Corporate Accounting and Reporting Standard.
Gli Scope 1, 2 e 3 sono un modo per classificare le diverse fonti di emissioni di carbonio che un’azienda crea attraverso le proprie operazioni nella sua più ampia catena del valore per la contabilizzazione del carbonio. I dati sono stati raccolti e inseriti in uno strumento per calcolare l’impronta di carbonio con un approccio dal bottom-up, basato sul consumo.
Recentemente abbiamo inaugurato a Zagabria Alpha Centauri, il nostro nuovo campus ad elevata efficienza energetica. Si tratta di un edificio “A+ standard”, come indicato dalla direttiva UE 2010/31UE. Le acque sotterranee circostanti vengono utilizzate per raffreddare e riscaldare i locali con una riduzione del consumo di energia elettrica mentre la ‘facciata verde’ permette di avere più luce in inverno e di proteggere dal caldo in estate.