Roberto Pezzoni, Manager Partner Sales EMEA South Region di Ivanti, ha risposto alle nostre domande sulle dinamiche del mercato IT in Italia.
Quali le criticità e le opportunità per gli operatori di canale in Italia? Quali le esigenze di clienti e system integrator? Quali le strategie del vendor per far ripartire il canale IT? A queste – e ad altre – domande, risponde Roberto Pezzoni.
Alla luce dei recenti eventi come pandemia, conflitto Russia-Ucraina, crescita esponenziale degli attacchi informatici, quali le criticità e le opportunità per gli operatori di canale in Italia?
Se la pandemia, in aggiunta agli effetti disastrosi sulla salute, ha contribuito ad accelerare di una decina di anni i progetti di digital transformation, il conflitto Russia-Ucraina sta generando un serio rallentamento della crescita economica delle imprese, a causa dell’incremento di costi energetici e materie prime. Di conseguenza si rileva che buona parte dei budget inizialmente allocato agli asset IT, venga invece spostato sui cosiddetti progetti critici legati al business, penalizzando anche i processi per contrastare gli attacchi cyber.
Riteniamo importante che, a fronte degli innumerevoli attacchi cyber subiti negli ultimi anni, le aziende agiscano con prontezza per fronteggiare le nuove criticità e implementare un sistema di patch management capace di risolvere velocemente ogni vulnerabilità.
Due sono i fattori chiave di successo, far in modo che l’attenzione verso il patching e la sicurezza informatica non venga mai messa in secondo piano e agire con tempestività. Una volta individuata una falla, inizia infatti una corsa contro il tempo per implementare la patch, distribuirla ed applicarla prima che possa essere sfruttata da un cybercriminale.
La gestione delle patch dovrebbe diventare quindi un processo obbligatorio in tutte le aziende, per dimostrare la conformità alle norme di sicurezza e rimane un requisito essenziale per l’assicurazione informatica. I team di sicurezza e IT, tuttavia, essendo sotto pressione, non riescono a tenere il passo per fronteggiare in modo efficace le criticità.
Ma quanto può costare in termini monetari un attacco informatico dovuto ad un sistema non patchato? Gli ultimi casi di downtime delle infrastrutture accaduti a livello internazionale indicano milioni di euro che potrebbero essere invece messi a profitto dall’azienda.
Come Ivanti riteniamo sia fondamentale quindi lavorare a stretto contatto con i nostri partner tecnologici per contribuire, insieme, a far cambiare l’approccio dei clienti verso una visione prospettica sui rischi che si possono incontrare e che bisogna saper fronteggiare con prontezza e competenza.
In particolare, la crisi in Ucraina sta creando shortage dei componenti IT per la supply chain?
Come sappiamo Russia e Ucraina sono tra i maggiori produttori di prodotti come Xeno, Palladio, e gas inerti come il neon, tutti componenti indispensabili per i processi di supply chain di importanti dispositivi di utilizzo comune nel mondo tecnologico in cui viviamo. Questo può portare quindi a shock di fornitura con la contrazione dei flussi di approvvigionamento e shock della domanda con conseguente calo degli investimenti.
A nostro avviso è importante quindi trovare altri fonti di approvvigionamento per non andare a colpire un settore che è già stato impattato dallo shortage dovuto agli effetti disastrosi della pandemia. Inoltre, tutte le imprese dovrebbero anche cercare di migliorare l’organizzazione della propria supply chain implementando soluzioni innovative capaci di eliminare i tempi di inattività e migliorando l’utilizzo dei dati per incrementarne la produttività. Per riscontrare un effettivo miglioramento le aziende devono ridurre i costi, ottimizzare i processi, monitorare l’efficacia e adottare misure correttive.
Ivanti Velocity e Neurons for IIoT per esempio, forniscono la connettività di cui hanno bisogno i processi di magazzino per ottenere una maggiore visibilità su attività di raccolta, riassortimento, ordini, gestione dell’inventario e dei trasporti e pianificazione delle risorse.
Le aziende devono riuscire a mantenere il passo, per ottimizzare le operazioni di magazzino, identificando le aree di miglioramento della produttività più opportune per rispondere a esigenze aziendali specifiche e il personale tecnico deve riuscire a rispondere tempestivamente alle criticità.
Il rientro negli uffici e nelle scuole ha frenato il mercato degli endpoint e relative soluzioni per operare a distanza? Quali le esigenze di clienti e system integrator?
Il tanto desiderato rientro alla normalità ha di fatto limitato la richiesta di accesso remoto e sistemi per la connessione sicura alle rete aziendale. Tuttavia, molte aziende hanno optato per un sistema misto dove il dipendente può lavorare sia dalla propria abitazione che dall’ufficio.
Possiamo quindi dire che, a fronte di una ridotta richiesta di accesso remoto, rimane comunque importante la necessità di manutenere e gestire piattaforme di collaborazione e di secure access. Rimane comunque invariata l’esigenza di NAC, controllo accessi e dispositivi, soprattutto per tutti i device e i sistemi BYOD dei dipendenti e, last but not least, l’ottimizzazione dei processi IT e dello scan proattivo per prevenire ogni minaccia.
Inoltre le imprese devono affrontare anche la sfida legata all’Everywhere Workplace che presuppone l’utilizzo di tecnologie adeguate per poter offrire ai dipendenti una user-experience coinvolgente, positiva e produttiva, unitamente a un team IT capace di assicurare sevizi funzionali al nuovo contesto lavorativo.
Pensando poi ai nostri partner non possiamo non ricordare l’importanza dei Managed Service Provider o MSP che sempre più si trasformano in outsourcer capaci di erogare da remoto i servizi IT su misura legati alla gestione di reti, applicazioni, infrastrutture o cybersecurity. Se analizziamo il tessuto imprenditoriale italiano è evidente come l’Everywhere Workplace, connettività complesse, backup, disaster recovery, protezione, compliance sono tutti aspetti in cui la media impresa italiana necessita di supporto a livello informatico e dove gli MSP giocano un ruolo determinante.
Quali i trend e le dinamiche del mercato IT? Come risponde il vendor? Quali le strategie del vendor per far ripartire il canale IT?
Il mercato IT ha risentito relativamente dell’impatto negativo che altri mercati hanno subito negli ultimi tre anni. Sicuramente l’attenzione degli operatori IT è orientata a tutte le piattaforme e strumenti in grado di aumentare la profittabilità e ridurre il tempo uomo occupato da task ridondanti, per assicurarsi i vantaggi dall’innovazione e dal poter assegnare i dipendenti alla gestione di attività business oriented. Inoltre, per lavorare meglio nell’Everywhere Workplace i team IT e di sicurezza devono collaborare.
Oggi, tra le molteplici attività che interessano un CIO, rientra anche quella di promuovere una stretta collaborazione tra i team IT e di security, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la produttività di un’azienda. Per tutti coloro che non rientrano in questi reparti, i team IT e di Security vengono spesso confusi. Eppure, i due hanno ruoli e obiettivi diversi che spesso entrano in conflitto tra loro.
Ad esempio, i team IT vengono sottoposti a grandi pressioni per adattare e implementare con tempestività le soluzioni DevOps, correndo il rischio di semplificare eccessivamente il processo di implementazione. Nel frattempo, il team di security ha il compito di proteggere le soluzioni e i prodotti in uso da eventuali minacce, assicurandosi anche che le nuove versioni siano altrettanto sicure.
Da sempre sono convinto che il compito principale del vendor tecnologico sia quello di essere un vero ‘advisor’, deve conoscere i propri partner e relativi clienti per poter aiutare i rivenditori a rispondere in maniera adeguata alle richieste dei clienti, portando valore, nuove tecnologie e modalità di lavoro che permettono di aumentare produttività, customer retention e profittabilità. In questo scenario è importante scalare attraverso il nostro braccio armato, ovvero la distribuzione, un elemento che è in grado di offrire qualità ed essere pervasivo e capillare.
Quale ruolo giocherà il PNRR per i distributori attivi nel settore ICT? Quali i settori verticali che hanno maggior bisogno di attenzione al tema della cybersecurity?
L’Italia può vantare molteplici casi di eccellenza riconosciuti in tutto il mondo ma rimane sempre nelle ultime posizioni con i processi che coinvolgono la digitalizzazione della nostra PA. Oggi, i fondi stanziati dal PNRR nei suoi 7 punti cardine prevede molteplici azioni fondamentali per migliorare le infrastrutture IT della PA.
Si parla di investimenti che spaziano dall’uso maggiore di ambienti e applicazioni in cloud, fino alle soluzioni che consentono di proteggere gli attacchi di hacker, al miglioramento delle infrastrutture digitali e corsi di formazione di informatica di base. A mio avviso, anche in questo contesto il distributore può giocare un ruolo molto importante nella gestione dei fondi del PNRR.
Il distributore per sua natura è multi-brand, ed è in grado di fornire molteplici soluzioni e prodotti tecnologici innovativi, quindi ritengo che possa ottenere innumerevoli vantaggi nelle attività di cross sell, upsell e formazione, tutti progetti che diventano prioritari per enti della PA e anche per il settore Healthcare.
Gli ospedali, come sappiamo hanno budget stanziati per la sicurezza IT che non reggono il passo delle minacce verso i dispositivi IoMT. Purtroppo, gli attacchi informatici nel settore sanitario coinvolgono quasi sempre dispositivi IoT/loMT (Internet of Medical Things). Gli ospedali sono un facile bersaglio per gli hacker, anche perché la sanità sta combattendo una pandemia con personale esausto e competenze limitate in materia di cybersicurezza. Una maggiore allocazione di budget ai reparti IT del settore sanitario consentirebbe di mettere in sicurezza i dispositivi, proteggere le informazioni preziose dei pazienti e limitare gli attacchi malevoli.