I software sono un prodotto poco visibile se non per i risultati che producono. Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia ha concentrato gli sforzi di sviluppo nel renderli anche desiderabili per quanto sono semplici, accessibili oltre che efficaci. Il segreto dell’ecosistema Genya.
L’innovazione di un qualunque prodotto non è mai un processo semplice. Si persegue il miglioramento.
Ma quale miglioramento? Delle prestazioni? Dell’aspetto? Del prezzo? L’innovazione è sostanzialmente una trasformazione, partendo dall’assunto che è difficile inventare qualcosa di nuovo. In linea generale c’è già tutto.
Migliorare un prodotto intangibile come i software, soprattutto quelli per professionisti ed imprese, è un esercizio periodico se si punta all’adeguamento dello strumento digitale alle nuove leggi, normative regolamentazioni. Più complicato è rendere un software per professionisti oltre che efficace, efficiente e performante davvero innovativo.
“Bisogna cambiare punto di vista. Non ragionare da sviluppatore ma da utilizzatore. Questo abbiamo fatto in Wolters Kluwer quando abbiamo avviato il progetto Genya” spiega Lara Gaudino, Associate Director and UX Manager dell’azienda.
In questo processo sono state importanti alcune decisioni, come quella di aderire alla piattaforma Codemotion, la grande piattaforma multicanale che permette la connessione con una community di oltre 250.000 sviluppatori in Europa, e quella di affidarsi ad una nuova figura professionale nel campo dello sviluppo software, lo UX Designer. Questa nuova figura professionale affronta il processo di innovazione dal punto di vista dell’operatore. Si pone domande sul prodotto destinato all’operatore di studio. Si interroga su come l’operatore di studio lo approccia, come lo percepisce, se per utilizzarlo ha bisogno di manualistica o di helpdesk. Il compito di questa nuova figura professionale è quello di rendere il prodotto software immediatamente utilizzabile perché semplice, intuitivo, efficace, e anche piacevole. Infatti, se il lavoro diventa anche piacevole, ecco che lo UX Manager ha centrato il suo obiettivo.
Usabilità è diventata una parola chiave in Wolters Kluwer nel processo che porta alla creazione di nuovi prodotti. “È diventato fondamentale guardare all’utilizzatore. L’innovazione passa per la “persona”, l’utente ideale al quale il nuovo prodotto è destinato. Anche nel mondo del software per professionisti questo è sempre più vero. È più complesso, ma è davvero innovazione. Lo sappiamo grazie all’esperienza dello sviluppo di Genya dove abbiamo riscritto ogni singola riga del software. L’intero programma è stato riformulato con una base diversa ed un’ottica differente, quella dell’utilizzatore. È stato entusiasmante e sicuramente un successo perché ha portato successivamente allo sviluppo di un intero ecosistema Genya” racconta Lara Gaudino.
Andrea Gazzaniga, Director Technology di Wolters Kluwer Tax & Accounting Italia, aggiunge che “è il concetto di usabilità, di intuitività dell’utilizzo, di processo mentale non forzato ma spontaneo, che ha dato vita all’universo Genya. Un impegno notevole che ha centrato l’obiettivo di soddisfare l’adempimento insieme alla soddisfazione dell’operatore. Aggiungiamo poi che le soluzioni del mondo Genya portano più efficienza, collaborazione ed efficacia allo Studio e abbiamo raggiunto lo scopo favorendo anche la diffusione della digitalizzazione.”
L’evolversi dell’innovazione nella direzione dell’usabilità e dell’attenzione all’operatore ha dato vita ad un percorso formativo molto nuovo. Il dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento ha avviato un corso di laurea in «Human-Computer Interaction» che pone la comprensione delle persone e delle loro pratiche come momento fondamentale nel disegno della tecnologia. La domanda per la creazione di interfacce accessibili e che semplifichino l’usabilità è sicuramente crescente verso chi produce e genera tecnologie e questo corso dell’Università trentina punta, tra l’altro, a rispondere proprio alla crescente esigenza di collocare l’utilizzatore al centro di ogni interesse e attività.
“È interessante vedere come il processo dell’innovazione tecnologica non coinvolga più soltanto ingegneri informatici, fisici, matematici, ma anche profili umanistici, filosofi, psicologi. È l’indicazione di un percorso che non tralascia l’innovazione di prodotto ma ingloba l’innovazione del suo utilizzo. In una presentazione abbiamo mostrato una slide che mi sembra molto indicativa del processo: la bottiglia di ketchup che, prima dell’innovazione del contenitore apribile dal basso, non veniva mai completamente svuotata ed era causa di frustrazione. Si è pensato a come migliorare l’usabilità del contenitore di ketchup e si è girato il prodotto. Sembra una banalità ma se non si mette l’utilizzatore al centro è difficile arrivarci” spiega Lara Gaudino.
Andrea Gazzaniga rafforza il concetto e conclude “La frontiera tecnologica si sposta quotidianamente un po’ più avanti. La velocità di calcolo, l’estrazione di dati e informazioni, l’automazione dei processi saranno sempre sfide per raggiungere traguardi più alti, ma al contempo bisogna considerare l’operatore, il suo apporto al processo e la sua soddisfazione nell’operare. Così da ottenere un miglioramento a tutto tondo.”