Secondo BCG, recenti progressi nell’AI Generativa e l’ascesa di modelli come ChatGPT e Bard hanno generato una nuova ondata di interesse nel campo dell’intelligenza artificiale e della sua applicazione in differenti ambiti sociali e professionali.
Uno dei più interessanti sarà probabilmente quello nel campo dell’istruzione, utile per la formazione dei talenti del futuro.
“Come l’ascesa di Internet, ormai quasi trenta anni fa, determinò cambiamenti radicali nella formazione e nel mondo del lavoro, anche la GenAI spinge oggi gli istituti di formazione e le università non solo a adattarsi, ma anche a sfruttarne le potenzialità per sbloccare il valore che si manifesta negli studenti e futuri lavoratori”. Spiega Matteo Radice, Managing Director and Partner. “Integrare l’utilizzo di strumenti di GenAI durante i percorsi di formazione, infatti, può fornire competenze utili per le professioni del futuro.”
BCG, nella ricerca Five Ways Higher Ed Can Leverage Generative AI, ha individuato cinque vantaggi che la GenAI può apportare alla formazione superiore:
- Utilizzando i dati forniti dai potenziali studenti, l’AI generativa potrebbe fornire contenuti personalizzati e attrarre l’interesse dei candidati, oggi in declino. Ad esempio, le chatbot basate su questa tecnologia possono agire come strumenti di scambio di informazioni e coaching per i potenziali studenti con lo scopo di aumentarne il tasso di conversione dei candidati e di iscrizione.
- Gli educatori possono sfruttare la tecnologia per migliorare e accelerare il processo di pianificazione dei corsi, dedicando maggior tempo all’istruzione, al supporto agli studenti e alle proprie ricerche. Questo permetterebbe inoltre la personalizzazione dei metodi di apprendimento, adattando formati e livelli in base ai progressi degli studenti.
- La GenAI potrebbe aumentare il coinvolgimento degli studenti, con effetti positivi sui risultati e, in ultimo, sul completamento dei percorsi. Alcuni casi concreti sono i sistemi predittivi che consentono l’identificazione degli studenti a maggiore rischio di abbandono e conseguenti interventi personalizzati. In parallelo, le chatbot permetterebbero di ottenere risposte dirette ed istantanee attraverso uno strumento centralizzato capace di garantire chiarezza e dare consigli.
- Gli studenti possono imparare ad utilizzare l’AI generativa a proprio vantaggio anche a livello professionale, continuando a stimolare le proprie capacità per differenziarsi sul mercato.
- L’uso diffuso dell’AI da parte degli studenti, anche quando improprio, porterà le istituzioni per la formazione a ripensare i metodi di valutazione delle competenze. Ricerca e sintesi delle informazioni saranno ottenibili grazie alla tecnologia, mentre creatività, leadership, processo decisionale etico e nuovi metodi interpretativi dei dati saranno alcuni tra i criteri di valutazione necessari in futuro.
In questo contesto, sottolinea BCG, appare chiaro come la ricerca di docenti con esperienza diretta nell’uso dell’intelligenza artificiale sarà essenziale per l’integrazione trasversale di questo strumento nel percorso di apprendimento degli studenti. Padroneggiare l’uso dell’AI generativa anche all’interno del contesto educativo, può mitigare potenziali impatti negativi sul mercato del lavoro del futuro, aprendo parallelamente nuove opportunità per gli studenti e aiutandoli a prepararsi all’ingresso in settori in continua evoluzione.
Si stima infatti, afferma BCG, che l’uso della tecnologia Large Language Models (LLM), ovvero i modelli di linguaggio GPT, riduca il tempo per lo svolgimento di un task di almeno il 50%. A marzo 2023 OpenAI ha rilasciato un documento che evidenzia i settori con maggiori probabilità di “esposizione”, ovvero di maggiore accesso umano a questa tecnologia:
- i settori immobiliare, amministrativo e dei servizi finanziari, con un’esposizione del 55%;
- settori assicurativi e attività correlate, con un’esposizione del 52%;
- fornitori di infrastrutture informatiche, elaborazione dati, hosting web e servizi correlati, con un’esposizione del 52%.
L’analisi BCG ha confrontato il rapporto di OpenAI con i dati del Bureau of Labor Statistics e quelli universitari per stimare il potenziale impatto dell’AI generativa sul futuro mondo del lavoro, rilevando come nell’anno accademico 2020-21, il 22% dei percorsi universitari completati afferivano a figure orientate ad industrie e occupazioni ad alta esposizione alla tecnologia.