Home Intelligenza Artificiale Capgemini: l'AI generativa avrà un ruolo chiave per i professionisti del software

Capgemini: l’AI generativa avrà un ruolo chiave per i professionisti del software

Nei prossimi due anni l’AI generativa (Gen AI) avrà un ruolo chiave nel supportare il lavoro dei professionisti in ambito software, dal momento che potrà contribuire alla progettazione, allo sviluppo e al collaudo di oltre il 25% dei software: secondo l’ultimo report del Capgemini Research Institute, Turbocharging software with generative AI: How organizations can realize the full potential of generative AI for software engineering”, la stragrande maggioranza (80%) dei professionisti in ambito software ritiene che, automatizzando le operazioni più ripetitive, gli strumenti e le soluzioni di Gen AI saranno in grado di trasformare significativamente il proprio lavoro, consentendo loro di concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto. Più di tre quarti dei professionisti che lavorano nel campo del software sono inoltre convinti che l’AI generativa abbia il potenziale per rafforzare la collaborazione con i team aziendali non tecnici.

Per quanto l’adozione dell’AI generativa nell’ingegneria del software sia ancora nelle fasi iniziali, con 9 aziende su 10 che devono ancora portarla su scala, il report ha rilevato che le organizzazioni con iniziative attive di AI generativa stanno già ottenendo molteplici benefici dalla sua adozione: la promozione dell’innovazione è al primo posto (61% delle organizzazioni intervistate), seguita dal miglioramento della qualità del software (49%). Le organizzazioni hanno inoltre registrato un miglioramento della produttività delle loro attività di ingegneria del software compresa in media tra il 7 e il 18%. Per alcune attività di tipo specialistico, il risparmio di tempo è stato addirittura del 35%.

Le organizzazioni intervistate hanno rivelato che intendono sfruttare il tempo aggiuntivo recuperato grazie all’AI generativa per attività innovative come lo sviluppo di nuove funzionalità software (50%) e l’upskilling (47%), mentre la riduzione del personale risulta l’opzione meno considerata (solo il 4% delle organizzazioni intervistate). Stanno inoltre emergendo nuovi ruoli, come lo sviluppatore di AI generativa, il prompt writer o l’architetto di AI generativa.

Che si tratti di migliorare la comunicazione o di spiegare in linguaggio naturale il funzionamento di un codice, la Gen AI rende più efficace la collaborazione tra gli ingegneri del software e gli altri team aziendali: il 78% dei professionisti in questo ambito si dichiara infatti ottimista sul potenziale della Gen AI di migliorare tale collaborazione.

Secondo lo studio, gli strumenti di AI generativa sono utilizzati oggi dal 46% degli ingegneri software come supporto alle loro attività. Quasi tre quarti concordano sul fatto che il potenziale dell’AI generativa si estenda oltre la scrittura del codice. Nonostante l’assistenza in fase di coding sia il principale caso d’uso, l’AI generativa trova applicazione anche in altre attività del ciclo di vita dello sviluppo del software, come la modernizzazione del codice o la progettazione dell’esperienza utente (UX).

Sia i professionisti senior che quelli junior riportano un elevato livello di soddisfazione nell’utilizzo dell’AI generativa (rispettivamente 69% e 55%). A loro avviso, questa tecnologia è un importante fattore stimolante e incentivante.

Ciononostante, in base al report, il 63% dei professionisti in ambito software dichiara di utilizzare strumenti di AI non autorizzati come supporto alle proprie attività. Senza un’adeguata governance e supervisione, un’adozione così rapida espone le organizzazioni a rischi funzionali, di sicurezza e legali, come la presenza di codice “allucinato”, la perdita di codice, nonché problematiche legate alla proprietà intellettuale.

Riccardo Dolfi, Managing Director di Capgemini Engineering in Italia, ha dichiarato: “L’AI generativa si è affermata come tecnologia autorevole in grado di supportare gli ingegneri del software e sta rapidamente guadagnando consensi. Il suo impatto sull’efficienza e sulla qualità del coding è misurabile e dimostrabile, ma offre buone prospettive anche per altre attività legate al software. In ogni caso, bisogna ricordare che il valore reale emergerà da un approccio olistico all’ingegneria del software, che vada oltre l’implementazione di un singolo ‘nuovo’ strumento. Bisognerà infatti rispondere alle esigenze aziendali con una progettazione efficace e adeguata, creare spazi di lavoro e assistenti ad hoc per gli sviluppatori, implementare standard di qualità e sicurezza e garantire l’efficienza dei team software. L’attenzione deve essere rivolta a ciò che genera realmente valore. Il futuro ha tante novità in serbo!”

È possibile consultare il report completo sul sito di Capgemini.

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