Nutanix, società specializzata nell’hybrid multicloud computing, annuncia che l’Università degli Studi di Salerno (UniSA), ha adottato le soluzioni Nutanix per implementare un’architettura VDI sostenibile e facile da gestire.
L’Università di Salerno, negli ultimi anni attestatasi quale secondo Ateneo della Campania per numero di iscritti, ha da sempre puntato sulla tecnologia digitale sia per offrire un servizio migliore alla comunità di docenti e studenti sia per creare un’esperienza ottimale durante la vita nei campus, popolati 24 ore su 24. Per questo motivo, la sua infrastruttura comprende oltre 40mila punti rete per servire le circa 15mila persone che giornalmente vivono i campus, e una soluzione di video sorveglianza con circa 1.000 telecamere.
Le esigenze dell’ateneo erano semplici quanto strategiche: semplificare la gestione dell’infrastruttura, ridurre costi (soprattutto il TCO), spazi e consumi energetici e incrementare la sicurezza dei dati e delle persone. Proprio durante uno dei primi Proof of Concept (POC) realizzati insieme a Nutanix nel 2017, per un banale errore, un addetto del team IT dell’Università clona per sbaglio oltre 1.000 macchine virtuali in pochi minuti, rivelando le grandi potenzialità della soluzione Nutanix e facendola preferire alle tecnologie alternative, convincendo anche gli scettici del team.
“Abbiamo iniziato scegliendo il software Nutanix per gestire e conciliare diverse soluzioni di virtualizzazione”, spiega Salvatore Ferrandino, CIO dell’Università di Salerno, “perché ci siamo accorti non solo che faceva al caso nostro, ma anche che avrebbe potuto facilmente scalare seguendo le nostre esigenze e la nostra idea di sviluppo dell’infrastruttura. Anche sul fronte della partnership, con le persone Nutanix abbiamo notato subito un deciso cambio di marcia relativamente al livello di servizio e al rispetto degli impegni”.
Il primo progetto impegnativo realizzato con tecnologia Nutanix è stato quello relativo al sistema di videosorveglianza, già dotato di parecchie centinaia di telecamere distribuite nei due campus ma oggetto di un piano di ulteriore sviluppo. Necessitando di hardware dotato di GPU, l’Università ha messo a confronto alcune opzioni disponibili e anche in questo caso ha preferito utilizzare le soluzioni iperconvergenti Nutanix.
L’infrastruttura attuale, in cui le macchine e le soluzioni software Nutanix sono state integrate con le architetture pre-esistenti, vede la presenza di 25 nodi iperconvergenti Nutanix, la soluzione di virtualizzazione AHV, oltre a AOS e Prism Pro per la gestione delle risorse.
Il primo grande risultato ottenuto con l’adozione di Nutanix – sottolinea l’azienda – è stato quello di semplificare drasticamente la gestione dell’infrastruttura dedicata alla videosorveglianza. “Oggi abbiamo circa 400 server gestiti da due persone, che possono lavorare anche da remoto”, spiega Ferrandino, “mentre senza Nutanix avremmo avuto bisogno di una persona ogni due server, un requisito impossibile da soddisfare”. In questo caso il ruolo delle architetture iperconvergenti è stato fondamentale: con la soluzione Nutanix c’è un solo punto di controllo e una sola dashboard, con una facilità di gestione impossibile da ottenere con le infrastrutture a tre componenti.
Il KPI relativo al Full Time Equivalent (FTE) è migliorato in modo importante, liberando risorse che ora Università di Salerno può dedicare a compiti a più alto valore aggiunto, relativi al percorso di innovazione che ovviamente non si ferma mai.
L’introduzione dell’architettura iperconvergente Nutanix è stata per molti aspetti una rivoluzione per l’IT dell’Ateneo. “Muovendoci sulle basi del progetto VDI, che aveva evidenziato un abbattimento dei consumi energetici e del TCO”, dice Ferrandino, “abbiamo pensato fosse importante trasferire questa esperienza anche al mondo dei server. Il risultato è stato un taglio del 50% degli spazi occupati nei data center, da 10 a 5 rack grazie al consolidamento di server, storage (in quest’ambito esiste ancora una componente NAS in fase di dismissione) e networking. Sul fronte dei consumi abbiamo fatto ancora meglio, riducendoli del 62,5% con un equivalente abbattimento delle emissioni di CO2. I due gruppi di continuità da 90 KW operanti con le architetture a tre tier dovevano garantire infatti 40 KW ciascuno, mentre ora bastano 15 KW di cui solo 10 per le macchine Nutanix e 5 per tutte le altre apparecchiature (reti, WiFi)”.
Un altro risultato a fronte dell’implementazione dell’architettura Nutanix è stato l’incremento del livello di sicurezza (grazie ai tool nativi delle soluzioni) ma soprattutto dei tempi e modi della ripresa dopo eventuali attacchi. A giugno del 2023 l’ateneo ha subito un pesante attacco informatico che però non ha intaccato minimamente l’infrastruttura Nutanix né i dati presenti su di essa, anzi, grazie alla facilità di gestione degli orchestratori software è riuscito a far ripartire tutto nell’arco di un weekend.
Il futuro della collaborazione con Nutanix prevede inoltre l’implementazione, nell’ambito della ricerca Universitaria, di un sistema di controllo del territorio per monitorare la sismicità e la situazione idrogeologica. Il progetto verrà gestito prima in cloud privato e poi traferito su cloud pubblico sempre sotto il governo del software Nutanix.