Secondo i recenti dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano il 61% delle grandi aziende ha già avviato progetti di IA, ma solo il 18% ha realmente implementato soluzioni in questo campo e addirittura solo il 2% in ambito della Generative AI. L’inadeguatezza dell’infrastruttura IT necessaria alla gestione dei dati – il 66% delle organizzazioni che mostra ancora difficoltà in questo ambito – e la formazione non adeguata rende complessxa la transizione a queste nuove tecnologie. Molto spesso il problema principale è quello di saper individuare e utilizzare la soluzione più performante e meno impattante per la propria attività, saper dunque scegliere tra le numerose proposte del mercato. Da questa consapevolezza nasce “PARLA”, la piattaforma spin off di Boosha – startup innovativa fondata dalla giovanissima Giada Franceschini e Mario Di Girolamo – in grado di aggregare oltre 20 LLM (Large Language Models) per supportare le aziende nella scelta e nell’orientamento tra essi.
“Boosha nasce dall’esigenza di fornire una risposta concreta alla richiesta sempre più insistente di soluzioni di Intelligenza Artificiale nelle aziende, un mercato che ha registrato una crescita record del 52% nel 2023 in Italia, raggiungendo i 760 milioni di euro. Io e Mario ci siamo quindi interrogati su come implementare tecnologie di IA generativa per far crescere le imprese italiane” dichiara Giada Franceschini AI Solutions Architect e co-founder di Boosha e CEO e Co-founder di Parla “un’idea che ha origine proprio dal mio percorso di studi in ambito informatico e che ho sviluppato poi durante le mie esperienze lavorative, da cui ho imparato che ogni lavoro ha la sua specificità e che l’IA adeguatamente sviluppata può davvero essere un boost di crescita importante – e non è solo “ad esclusivo uso dei tecnici”. Pensiamo al marketing, all’HR, al legal o più generalmente alla strategia aziendale: e se avessimo un unico strumento in grado di ottimizzare procedure standard che ci occupano numerose ore di lavoro? Non solo, la scelta giusta permette anche di evitare sprechi e di avvicinare l’Intelligenza Artificiale al concetto di sostenibilità – ambientale e aziendale. Ecco, da questa consapevolezza nasce PARLA”.
I Large Language Models sono modelli di deep learning addestrati su vasti dataset testuali, capaci di comprendere, generare e manipolare il linguaggio naturale. Possono analizzare e generare contenuti basandosi su input testuali di vario tipo, inclusi documenti, conversazioni e dati strutturati. Attraverso istruzioni in linguaggio naturale è possibile guidare un Large Language Model nella generazione di documenti amministrativi, email e altri contenuti testuali, permettendo così alle persone di dedicare il proprio tempo ad attività più strategiche e a maggior valore aggiunto. Nello specifico della soluzione elaborata da Boosha, PARLA è un vero e proprio hub digitale che contiene un ampio numero LLM tra cui scegliere, concentrando in un’unica soluzione quello che i software proprietari presenti sul mercato italiano offrono in maniera frammentata.
Il vantaggio di un unico aggregatore permette un risparmio in termini economici e di tempo alle aziende. Ma PARLA non è solo un contenitore di modelli di linguaggio, il software basato sull’IA elabora le esigenze dell’utente e sceglie il modello più adatto per l’attività da svolgere. Oltre a decidere quale modello di linguaggio è ottimale, sceglie anche il meno impattante e dispendioso per l’azienda (e per l’ambiente), senza andare a utilizzare, ad esempio, per un’operazione semplice un modello estremamente complesso che richiede più tempo e più capacità di calcolo.
“Ad oggi l’Intelligenza Artificiale non è certo sostenibile e quello che vogliamo portare sul mercato nazionale – e siamo i primi in Italia a farlo – è un’unica soluzione che ha tra i propri parametri l’ottimizzazione delle attività attraverso l’utilizzo di modelli di linguaggio meno impattanti possibili” commenta Giada Franceschini “si parla poi di uno strumento a servizio dei professionisti, questo è bene ricordarlo come altro punto chiave: non ha l’obiettivo di sostituire l’essere umano, ma di potenziarlo. Le tecnologie di intelligenza artificiale possono potenziare significativamente il lavoro di un avvocato, automatizzando attività ripetitive e supportando l’analisi documentale, mentre le competenze distintive della professione – come il ragionamento critico, la strategia legale e l’intelligenza emotiva nella relazione con il cliente – rimangono saldamente nelle mani del professionista. È fondamentale trasformare l’incertezza in opportunità, acquisendo le competenze per utilizzare l’Intelligenza Artificiale in modo strategico: la sinergia tra professionalità umana e innovazione tecnologica è la chiave per accelerare lo sviluppo e la competitività del Sistema Paese”.