Il rapporto tra direzione HR e direzione Ict sotto la lente della School of Management del Politecnico di Milano.
Vanno a braccetto, Ict e risorse umane nelle imprese. Ma devono imparare a farlo meglio.
In sintesi estrema è questa la sostanza di uno studio presentato in questa seconda giornata di Smau dalla School of management del Politecnico di Milano.
Intervistati 114 responsabili delle risorse, all’interno di un piu’ ampio panel di circa 1.000 manager con funzioni aziendali diverse, la School of management ha analizzato quale è il rapporto che oggi lega Human Resources e Ict.
“In assoluto – spiega Mariano Corso, del Politecnico di Milano – rispetto alle altre direzioni, le Risorse umane è quella che riconosce un ruolo maggiore all’Ict. Pur non governandone il budget, si identifica come vero e proprio consumatore di tecnologia”.
La gestione operativa, la comunicazione interna e la formazione e lo sviluppo delle competenze sono le tre aree nelle quali l’impatto dell’Ict è stato pi forte negli ultimi tre anni. “In prospettiva, però – prosegue Corso – importante sarà anche l’utilizzo dell’Ict in tutte quelle attività che servono alla valutazione dei percorsi di carriera, nonché alla valutazione e identificazione degli esperti”.
Grazie all’Ict, è la sintesi, il responsabile delle risorse umane recupera efficienza nei processo di gestione e amministrazione, è in grado di aumentare il livello di servizio, riesce a migliorare la qualità e la tempestività delle decisioni.
Nonostante il generale apprezzamento, resta però un importante elemento di criticità. Che poi è lo stesso del quale ha parlato anche Andrea Rangone nel corso del convegno inaugurale di questa 45sima edizione di Smau: un eccessivo scollamento tra funzioni di business e funzioni tecnologiche.
In altre parole, si lamenta la mancanza di competenze di business nella direzione Ict e di competenze Ict nella direzione Hr.
Tutto questo rischia di avere un impatto decisamente pesante con l’emergere della cosiddetta Enterprise 2.0. “L’introduzione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, sulla collaborazione emergente, sulla condivisione della conoscenza, diventa una sfida sia per l’Ict sia per le risorse umane, che in questo caso rappresentano un po’ l’epicentro del fenomeno. È l’occasione per una grande alleanza tra le due direzioni”.
Va detto però che al momento si tratta piu’ di dichiarazioni di intenti che di azioni reali. “Il 50% dei responsabili delle risorse umane da noi interpellati è consapevole, interessato e percepisce come importante il fenomeno dell’Enterprise 2.0. Però, quando si parla di azioni concrete, oltre il 60% di chi si dichiara favorevole e interessato non ha ancora definito alcuna policy. Addirittura, nel 7% dei casi ci sono policy contrarie che vietano l’utilizzo di wiki, blog o oltre strumenti 2.0”.
Resta dunque da capire quanto l’interesse sia legato alla moda e quante siano in realtà le difficoltà nell’avanzare proposte e nel far percepire qual è l’impatto profondo della trasparenza.
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