Per effetto di una disposizione Agcom, Rai, Mediaset e Telecom hanno dovuto cedere il 40% della loro capacità trasmissiva a soggetti terzi
Per il digitale terrestre forse è appena giunta la svolta che potrebbe accelerare la crescita, numerica e qualitativa, dell’offerta di contenuti. Sono in arrivo, presumibilmente prima della prossima primavera, almeno dodici nuovi canali. Una commissione appositamente formata dall’Authority delle Comunicazioni ha finito il 21 di luglio il proprio lavoro e così, già prima delle vacanze, è divenuta pubblica la graduatoria che mette in fila tutti i progetti delle società televisive in accesa concorrenza per garantirsi posti utili sui mux dei grandi provider. Ma andiamo con ordine, ricordando innanzi tutto le regole e i vincoli che stanno producendo il cambiamento di scenario.
Quanti posti ci sono?
Rai, Mediaset e Telecom sono state obbligate per legge ad affittare a prezzi di mercato, quantomeno fino al 2012, il 40% della propria capacità trasmissiva sul digitale terrestre a fornitori di contenuti indipendenti e che non abbiano nessun rapporto con i “locatori”. Hanno diritto ad accedere i richiedenti che meglio si sono posizionati nella graduatoria approvata dall’Agcom. Viale Mazzini ha reso disponibili i 9,34Mbit/s del suo multiplex B che attualmente trasporta RaiSport Più, RaiNotizie24, RaiEdu1, Rai Gulp e Sat 2000; Mediaset i 9,64 Mbit/s equamente suddivisi tra i mux 1 e 2, mentre TiMedia affitterà il 40% dei suoi due multiplex, di cui uno su base regionale, per una capacità vicina ai 20Mbit/s. Complessivamente si sono quindi resi disponibili poco meno di 40Mbit/s, compresa la capacità di banda da destinare alle due Tv locali ritenute idonee e che la occuperanno solo nei loro bacini regionali di appartenenza. In tema di costo del nolo è interessante notare come la Rai chieda annualmente 0,0285 euro per ogni Mbit/s, mentre Mediaset affitta a 0,03 euro.
Tariffe differenti
Le tariffe vanno moltiplicate per ogni utente realmente raggiunto dal segnale e per il numero di Mbit/s affittati. Ha un senso che un posto sulle piattaforme del Biscione costi di più, visto che i multiplex in questione hanno una maggiore copertura della popolazione (il mux 1 l’81% e il mux 2 il 75%) e una maggiore vocazione commerciale. Il prezzo per megabit costringe le emittenti vincenti a fare una richiesta di banda appropriata alla tipologia di contenuti e alle trasmissioni veicolate. Per i canali di cartoni animati sono necessari poco meno di 3 megabit, mentre ne servono intorno ai 4 per quasi tutti gli altri pretendenti. Ammesso e non concesso che i due canali di Turner e quello di Jetix si riservino otto o nove megabit dei quaranta disponibili, per tutti gli altri in posizione utile, al lordo dello spazio occupato in Lombardia e Triveneto da Tl e Antenna Tre, rimangono in gioco 32 megabit utili per otto o nove posti ulteriori.
Un posto in prima fila
Fatti i conti un po’ all’ingrosso, per capire chi più verosimilmente andrà on air basta scorrere la graduatoria battezzata dall’Authority in ordine di merito. Prima in classifica è arrivata Digital Tv Channels (controllata da Jetix) con un progetto per un canale in chiaro dedicato ai bambini. Non ha ancora un nome, né è stata ancora fissata una data ipotetica di partenza: si sa che quello della società guidata da Francesco Nespega sarà un canale “free” e che, inevitabilmente, il target sarà molto allargato e il prodotto diverso da quello che la stessa proprietà offre a pagamento su Sky attraverso Jetix e Gxt. Al secondo posto della graduatoria è arrivata Nbc Universal Global Networks Italia, con un progetto “cinema” che, a quanto pare di capire, essendo destinato anche in questo caso ad essere trasmesso in chiaro, non utilizzerà il marchio, i diritti, la confezione prestigiosa che alla stessa società avevano garantito il grande successo di Studio Universal su Sky. Nbc Universal ha collocato al terzo posto della graduatoria un progetto “factual” (docu-reality), una linea che, già battuta sul satellite, non ha ancora trovato interpreti sul digitale terrestre.
I progetti italiani
Primo progetto italiano approvato è quello del costituendo Consorzio Alphabet, che si è garantito il terzo posto a pari merito con Nbc ideando un canale dedicato a educazione e formazione, senza spot, in parte in chiaro e in parte a pagamento. Nazionale anche la proposta di Rete Blu, arrivata quinta con un progetto di canale informativo su vita sociale, culturale e religiosa già incarnato dalla propria rete Sat 2000, attualmente in onda sul Dtt nel mux Rai. Ex aequo, si garantiscono le ultime posizioni tranquille in classifica Class Editori (che dovrebbe riproporre il canale news in chiaro che già manda in onda sul mux di Mediaset e sul satellite) e Turner Entertainment Networks (che sul Dtt già edita il canale per bambini in chiaro Boing assieme a Mediaset) con due progetti a pagamento per ragazzi, Cartoon Network e Boomerang, già presenti nella proposta pay satellitare di Sky. Al nono posto ex aequo si sono classificati Walt Disney Company Italia con i canali Disney Family, Disney prescolare e Disney Animazione e il gruppo scandinavo Air Plus con sei domande che dovrebbero consentire un’offerta di canali pay per le famiglie. Ribadito che tra le Tv locali sono state promosse Tele Lombardia e Antenna Tre Nordest, destinate ad essere ospitate sul mux di Telecom (l’unico configurato su base regionale) emerge come attualmente non ci sia spazio per esaudire tutte le richieste dei noni, essendo disponibili nella più ottimistica delle ipotesi soltanto quattro posti “scarsi”.
Ipotesi di federazione Mediaset Premium
Sic rebus stantibus, appare così molto improbabile che Air Plus ottenga tutto lo spazio che chiede e, come qualcuno auspica, si ponga come alternativa pay a Mediaset Premium sul Digitale terrestre. Se davvero vogliono battere questa strada gli scandinavi devono – come del resto risulta stiano già facendo – puntare ad acquisire capacità di banda sugli altri mux on air. Più probabile, invece appare che le società “promosse” (magari anche con riserva) dall’Authority per i progetti a pagamento, essendo inattuabile un modello di business basato sulla vendita autonoma, debbano alla fine bussare alla porta delle uniche aziende in grado di prestare loro assistenza e servizio. Considerata l’improbabilità che si affidino a La7 Carta Più (da poco venduta da Telecom al gruppo svedese Air Plus) rimane forse percorribile l’idea di federarsi a Mediaset Premium, rafforzandone così qualitativamente e quantitativamente il vissuto di piattaforma alternativa a Sky.
Le ambizioni del Biscione
La prima ipotesi suggestiva è che sia proprio Mediaset, che con La7 Carta più ha già un accordo di non belligeranza, ad acquisire le attività pay di Telecom Italia Media: un percorso che sappiamo però impercorribile dati i rigidi vincoli dettati dall’Antitrust delle Comunicazioni. Il prezzo dei media in Europa e nel mondo è comunque sceso drasticamente e sono in questo momento effettuabili alcune interessanti acquisizioni. Il Gruppo presieduto da Fedele Confalonieri ha già intrapreso con convinzione una strategia dell’internazionalizzazione con un nuovo focus sui contenuti (Endemol) e qualche mese fa si era parlato dell’interesse di Mediaset per una major Usa. Ma al momento, stando alle fonti ufficiali, le piste più facilmente percorribili sono quelle che chiamano in causa l’acquisto dell’inglese Itv e quello di una quota della piattaforma satellitare digitale spagnola Digital + dal gruppo editoriale iberico Prisa.