Tre data center Ibm, Governati con il concetto di “campus”

Nel data center di Verizon Italia, che ha una superficie coperta di 5.000 metri quadri, suddiviso in sale da 300 e 600 mq, viene ospitato il terzo data center di Ibm in Italia dedicato ai clienti (gli altri due sono quello di via Cascia a Milano e di S …

Nel data center di Verizon Italia, che ha una superficie coperta di 5.000 metri quadri, suddiviso in sale da 300 e 600 mq, viene ospitato il terzo data center di Ibm in Italia dedicato ai clienti (gli altri due sono quello di via Cascia a Milano e di Settimo Milanese, all’interno del centro di i.Net). Verizon ha preso in gestione l’attuale struttura nel 2001, che è collegata con la rete in fibra ottica della casa madre, considerata la più estesa del mondo, in quanto collega oltre 150 paesi, con 4.500 Pop di proprietà e 2 milioni di porte per accesso commutato. All’interno degli edifici di Pero, realizzati con tecnologie allo stato dell’arte, Ibm possiede circa 2.800 mq (con previsione di crescere di altri 1.300 mq entro febbraio 2009). L’edificio, in caso di black out ha una autonomia energetica illimitata, in quanto può contare su 4 generatori (ma ne stanno costruendo un quinto) di 1.340 KWatt l’uno. Con Pero, Ibm ha realizzato il primo Campus europeo, in quanto ha esteso il concetto di sala macchine nel territorio, interconnettendo con un anello in fibra ottica ad altissima velocità tutti i tre data center che gravitano attorno a Milano, più un secondo anello logico ridondante dei maggior provider di Tlc, da Telecom Italia ad At&T. Questi tre siti, monitorati 24×7, utilizzati per offrire i servizi ai clienti di Ibm in Italia, fanno parte dei 13 campus strategici che la società oggi possiede in Europa, coordinati da un’organizzazione che svolge un ruolo di supporto e di linee guida.

Visitando il centro di Pero, uno dei primi elementi che lo caratterizza è la struttura delle stanze, dove sono allocati i sistemi: sotto il pavimento ci sono le barre di alimentazione, che danno la possibilità di utilizzare qualsiasi tipo di presa, per cui si possono collegare macchine da 220 a 380V, con correnti di 15, 25 e 32 Ampere, senza dover modificare i cavi. Quindi massima flessibilità impiantistica ed efficienza anche gestionale in un ambiente ad alta dinamicità. Un altro aspetto che il centro ha tenuto presente è quello green, che è un insieme di soluzioni che fra l’altro vanno considerate già mentre si costruisce una struttura e si sceglie la tecnologia impiantistica. Quello di Pero è stato realizzato per facilitare il deflusso dell’aria del condizionamento, in quanto sono stati realizzati i corridoi del caldo, dove viene convogliato il calore emesso dalle macchine. Questo sale nell’ambiente e viene poi ripreso dal sistema di condizionamento, che raffredda l’aria, la riporta a 16° e la respinge con una certa velocità sotto il pavimento. Questa aria defluisce attraverso delle griglie che vanno ad alimentare il corridoio del freddo, così le macchine aspirano l’aria fredda per raffreddare i circuiti. Questo sistema di corridoio caldo e corridoio freddo dà notevoli benefici in termini di resa dell’impianto di condizionamento energetico, perché i costi sono minori rispetto ai data center che non hanno questa struttura. Tutto il sistema di cablaggio in ogni sala è gestito attraverso dei poli, che poi distribuiscono il segnale alle singole macchine. Questo può essere fatto in rame, laddove la tecnologia lo richiede o in fibra ottica, che naturalmente offre maggior capacità trasmissiva e minor ingombro. Le macchine possono essere interconnesse con altre che stanno nello stesso centro o, nel concetto di campus, con macchine che sono negli altri due poli di di via Cascia e di Settimo.

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