Dopo le voci dei giorni scorsi, sembra tramontata l’ipotesi di una acquisizione di Twitter da parte di Facebook. Ma era davvero una buona idea?
Nei giorni scorsi era circolata con una certa insistenza la voce di un possibile interesse di Facebook per l’acquisizione di Twitter.
Un tam tam piuttosto insistente che era culminato con una forma di conferma da parte del Financial Times: le trattative sarebbero proseguite per settimane, ma si sarebbero arenate di fronte alla difficoltà di trovare un accordo sul prezzo.
Prezzo che comunque già si orientava nell’ordine del mezzo miliardo di dollari. Che per una società che ha poco più di due anni di vita non è niente male.
A bocce apparentemente ferme (che cosa stia accadendo in questo momento nel retroscena è impossibile saperlo), è comunque interessante leggere le analisi che si moltiplicano tra blog e siti finanziari.
Accantonato per un attimo il fervore che sempre accompagna operazioni che hanno la connnotazione del “colpaccio” in grado di sovvertire le regole di un certo mercato, si sta facendo strada anche qualche scetticismo sull’effettiva bontà dell’operazione.
E qualcuno comincia a guardare le carte che restano sul tavolo. Facebook, non v’è dubbio, è il sito di social network che al momento raccoglie maggior traffico. Il suo diretto concorrente Myspace, tuttavia, resta la realtà che ancora riesce a monetizzare questo traffico.
Twitter, dal canto suo, sarà anche la realtà più dinamica, ma ancora si muove in uno scenario a redditività-zero.
E si arriva al dunque: perchè Facebook piuttosto che cercare il grosso boccone, non guarda a qualche operazione di più piccola entità, ma che porti in eredità se non un business, almeno un modello?