L’Ad Domenico Favuzzi fa un bilancio positivo dei primi tre anni di attività del gruppo. E prospetta un futuro di servizi.
Alla fine di settembre Exprivia aveva un trimestre di vantaggio rispetto al 2007, avendo già raggiunto gli stessi risultati in termini di valore della produzione (65 milioni di euro). Ed entro la fine dell’anno la società retta da Domenico Favuzzi (Presidente e Amministratore delegato, nella foto) dovrebbe fare il budget stabilito di 95 milioni di euro, e quindi raggiungere il livello prestazionale fissato tre anni fa, alla nascita del gruppo che racchiude le esperienze di Abaco e AiSoftw@re, insieme a una pattuglia di società nel triennio partecipate o acquisite.
Spiccano le possedute al 100% WelNetwork e Svimservice, la neocostituita a capitale misto italo-spagnolo Exprivia Sl, che opera nel comparto sanità del mercato iberico, Gst (Gruppo Soluzioni Tecnologiche), fornitrice di sistemi di refertazione vocale, e InFaber, società detenuta a maggioranza e che si occupa di sistemi Mes, ossia di automazione industriale.
Riguardo le partecipazioni, è utile per illustrare la tendenza della società a impegnarsi su canali verticali quella al 37% di Axception, neo-realtà mista (quattro presidi: Milano, Roma, Molfetta e Palermo) focalizzata su attività di system integration, con un afflato particolare verso il comparto Tlc.
«È una buona soluzione quella di partecipare a start up insieme ad altri imprenditori – ha spiegato Favuzzi a Lineaedp.- Si sviluppa il mercato, si presidiano aree verticali, si condivide il rischio creando opportunità di business».
La mano calda in fatto di spese costruttive è una connotazione di Exprivia: a fine settembre aveva investito oltre 3 milioni di euro in ricerca e sviluppo, contro i 2,6 di tutto l’anno scorso.
Fra i risultati di ciò c’è la saturazione dei 1.500 mq del centro di eccellenza di Molfetta, che funge da facilitatore per le attività di nearshoring della società. «Una strada di sviluppo di business – l’ha definita Favuzzi – che ci consente di essere competitivi nella fornitura di servizi, in alcuni casi offrendo alle aziende utenti risparmi del 30%».
La vena “aurifera” del nearshoring ha portato quest’anno a Exprivia 4 milioni di euro, oltre il 100% in più rispetto al 2007. E nel piano industriale che Favuzzi presenterà entro marzo reciterà un ruolo primario: «Le idee le abbiamo chiare – ha specificato Favuzzi -. Quelli che dobbiamo leggere bene sono i tempi».
Sicuramente la società proporrà il proprio modello di servizi It anche a paesi a noi prossimi e affini (come Germania e Francia), forte di una ricca dotazione di competenze: delle 1.200 risorse il 95% sono tecnici e ben 400 specializzati sul fronte Sap.
Fra i punti di forza di una società che, se tutto andrà bene, anche grazie al consolidamento delle acquisizioni chiuderà l’anno con il 44% di valore della produzione in più rispetto al 2007 (a parità di perimetro crescerà dell’8%), secondo Favuzzi ci sono la bassa età media, «che crea propensione all’innovazione» e un modello di organizzazione a matrice, «che ci ha consentito di recuperare punti di efficacia ed efficienza».
Favuzzi stima un 2009 quantitativamente sulla linea dell’anno che va chiudendosi, «con un po’ di fatica in più per tutti. Ma il nostro riferimento sono le medio-grandi aziende che operano sul mercato nazionale e per le quali l’Ict è un asset centrale. Per cui siamo fiduciosi per il futuro».