Dall’Unione Europea una nuova lettera di obiezioni a Microsoft. Sotto accusa l’integrazione di Internet Explorer nel sistema operativo.
Sembra di tornare indietro nel tempo, di almeno una decina di anni.
Solo che allora, a contestare a Microsoft il bundling del browser nel sistema operativo erano gli organi regolatori statunitensi, mentre adesso si muove l’Unione Europea, sulla scorta di una denuncia presentata nel 2007 da Opera Software.
E la questione, ai commentatori americani, sembra quasi assurda: l’Unione Europea, si legge, ha trascorso anni discutendo con Microsoft in merito alle violazioni derivanti dal bundling di applicazioni e soluzioni nel sistema operativo, senza mai soffermarsi in modo specifico sul browser.
Se poi si tiene conto del fatto che l’apertura del fascicolo di indagine avviene in un momento di “minimo storico” per Internet Explorer sul mercato europeo (59,5% di share secondo XitiMonitor, contro il 31,1 di Firefox), lo stupore degli americani risulta ancor più comprensibile.
Nondimeno, si tratta di un nuovo e complesso iter per Microsoft, che parte con un doppio svantaggio derivante da un lato dalla volontà dell’Unione Europea di mantenere la linea dura già mostrata in precedenza, dall’altro dall’aver perso – se pure dopo anni di dibattito e di dibattimento – il precedente contenzioso con l’Unione.