Aumentano i dati di consumo di Internet. Il 23% va nei negozi e poi compra online. E il tubo catodico ha ancora un ruolo importante
Se nel 2007 una parte dei consumatori erano multicanale, nel senso che erano a loro agio fra Internet e telefonini, oggi quel gruppo è aumentato decisamente di numero. La seconda edizione dell’Osservatorio Multicanalità realizzato da Nielsen, Nielsen Online, Connexia e School of Management del
Politecnico di Milano, conferma infatti una sempre maggiore propensione del consumatore italiano alla multicanalità. Stiamo parlando di 7,2 milioni di italiani (5.5 milioni lo scorso anno) la cui decisione d’acquisto e relazione con la marca sono determinate dall’interazione con molteplici canali di comunicazione.
La crescita è parallela all’aumento del livello di consapevolezza e di utilizzo di Internet. A dicembre 2008 erano 22 milioni gli italiani che abitualmente utilizzano la Rete con un tempo medio di connessione procapite mensile di 26 ore e 11 minuti. Dati che valgono un aumento del 32% del tempo di navigazione.
Internet non è più prerogativa dei target giovani, ma attrae anche le fasce più mature della popolazione italiana e crescono la consapevolezza e l’utilizzo di Internet più evoluto.
La maggioranza degli utenti (63%) appartiene alla fascia adulta (25-54 anni), i target con la maggiore autonomia decisionale nei processi di acquisto.
E poi c’è il cellulare che vanta 50,1 milioni di utenti mobile, con età superiore ai 15 anni, pari al 98% della popolazione.
Ormai il 21% della popolazione considera Internet la principale fonte di ricerca informazioni e, addirittura, aumenta anche dal 18% al 23% il numero di consumatori che si recano in punto vendita per avere evidenza fisica di un prodotto e per chiedere consigli e suggerimenti nella scelta, ma poi effettuano l’acquisto su Internet dove magari riescono anche a spuntare un prezzo migliore. Perché la Rete è al primo posto fra i canali alternativi di acquisto soppiantando il catalogo postale, le televendite e il telefono.
Il 27% dei consumatori legge opinioni di altri consumatori su forum e blog, il 10% partecipa attivamente e il 15% dichiara di non comprare un prodotto dopo aver letto un giudizio negativo su Internet.
Per parlare con le aziende il 22% sceglie il call center e il 15% (+3%) l’email e si arriva anche al punto di quel cliente di un hotel che ogni sera, durante il suo periodo di soggiorno in albergo, mandava una mail alla direzione per dare le sue opinioni sul servizio ricevuto.
In tutto questo emerge il fatto che per il consumatore stretto fra un salario che non cresce come l’inflazione reale e l’aumento dei costi, fare acquisti è diventato un lavoro. Chi va a comprare al supermercato nel 49% dei casi possiede già quasi tutte le informazioni necessarie, percentuale che scende al 30 per i centri di elettronica di consumo, al 25 nei centri commerciali e al 24 nel multimedia store.
Ma la crescita di Internet segna la fine della vecchia Tv? Neanche per sogno. Secondo Giorgio Ferrari di Nielsen la Tv continua a copre bene le fasce più tradizionali dei consumatori ma, nelle diverse fasce orarie, raggiunge anche gli altri target. In pratica la guardano tutti, ma chi la guarda dipende dai contenuti. “Domenica In” è un conto “Report” un altro.